L’appuntamento di ieri per il terzo consiglio comunale di Fiumicino sulla crisi Alitalia era fissato alle ore 14.15. Un confronto aperto alle parti sociali, ai lavoratori dell’azienda e alla cittadinanza in cui si è discussa una proposta alternativa alle ipotesi di trasferimento immediato degli asset alla “mini ITA”, così come pensata dal confronto con l’UE.
L’obiettivo è quello di trovare una via d’uscita alla stretta che soffoca l’Amministrazione Straordinaria, senza più cassa e con i ristori per COVID 19 che arrivano con il contagocce, e alle imposizioni europee sulla piccola compagnia ITA, con un piano industriale totalmente inadeguato allo sviluppo.
Emerge in tutto questo la notevole differenza di trattamento nei sostegni da parte UE rispetto ad Air France o Lufthansa. Le dichiarazioni di ieri del ministro dei Trasporti Giovannini riconducono questa evidente disparità alla condizione di crisi di Alitalia precedente alla pandemia.
Pare non comprendere, il ministro, che invece che c’è in gioco ben altro: si tratta del rilancio dell’azienda e del settore. O forse capisce fin troppo bene se, al massimo del suo sforzo intellettuale, è riuscito a dire che il governo cercherà di ridurre “i disagi” per i lavoratori.
Definire “disagio” la perdita del posto di lavoro è offensivo e merita una risposta decisa, che USB saprà dare insieme ai lavoratori di Alitalia.
Il governo non ha ancora deciso cosa “mollare” sul tavolo ed è ancora sospeso nella trattativa che la Vestager sta conducendo al ribasso, ma giungono ogni giorno allarmanti notizie di ridimensionamento e di spezzatino dell’azienda.
Oramai sappiamo bene che la il confronto con la Commissione è fortemente penalizzante per il futuro della compagnia: dagli slot di Linate, alla riduzione flotta, passando per tutta una lunga serie di paletti che sarebbero imposti, non ultimo quello della limitazione delle assunzioni.
Nella giornata di ieri, contemporaneamente al consiglio comunale di Fiumicino, si è svolto un incontro tra le sigle sindacali e i Commissari Straordinari della compagnia, che riferiscono una situazione drammatica e non hanno, dal canto loro, ancora palesato una proposta per uscire da questo cul de sac, lasciando pesare sui lavoratori i disagi per i ritardi nel pagamento di stipendi ed integrazioni.
Per questo, dopo le straordinarie mobilitazioni di martedì a Fiumicino e a Milano, e quella di ieri a Linate, i lavoratori Alitalia sono stati in presidio in piazza Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa dalle ore 14.15, per seguire i lavori del consiglio comunale di Fiumicino.
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