Cinquanta centesimi al giorno (lordi). Questo è quanto le associazioni datoriali hanno inteso riconoscere agli autoferrotranvieri con la recente sottoscrizione dell’accordo sulla parte economica 2018/2020 per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro.
Ancora un accordo al ribasso, ecco il motivo per il quale al tavolo della contrattazione nazionale non si accettano interferenze come la proposta di USB Lavoro Privato della piattaforma “Trasportiamo Diritti – Quelli dei Cittadini, Quelli dei Lavoratori” per il rinnovo del CCNL di categoria, presentata nel 2019.
Siamo consapevoli che le trattative richiedono agli attori grandi responsabilità e ponderazioni, ma il non accettare un confronto sulla base di proposte strutturate e definite della nostra piattaforma da parte delle associazioni datoriali lascia senza dubbio ,oltre all’amaro in bocca, inevitabili retropensieri e dubbi sulla reale volontà rivendicativa di chi “rappresenta” i lavoratori alla contrattazione nazionale.
Peccato che Asstra Anav Ages Cgil Cisl Uil Faisa Ugl, “solerti” guardiani della legittimità, si scordino puntualmente dell’unica norma posta a tutela dei lavoratori: quella sancita da un loro accordo interconfederale, quello del 1993, e puntualmente disattesa: il riconoscimento dell’IVC.
Dimenticanza indotta dalle associazioni datoriali e dai “grandi” sindacati confederali, che mettono sul piano rivendicativo delle trattative nazionali, il riconoscimento e i diritti sindacali all’interno delle aziende associate delle organizzazioni sindacali scomode e conflittuali.
O SI FIRMA O SI STA FUORI! QUESTA LA PAROLA D’ORDINE!
Oggi, con questo accordo, ci troviamo di fronte ad un ulteriore elemento probatorio che, oltre a mettere in luce la falsità celata dietro tutte le espressioni di gratitudine nei confronti di una categoria che ricordiamo essere stata in prima linea durante l’emergenza sanitaria Covid-19 per garantire un servizio pubblico essenziale e tutelare il diritto collettivo alla mobilità, ci fa già intuire in quale direzione ci si sta muovendo: sgretolare le poche reali tutele rimaste in cambio di pochi spiccioli.
Abbiamo avuto l’ennesima conferma, ove ce ne fosse ancora bisogno, che un vero e reale cambio di passo delle condizioni di lavoro, salute e sicurezza degli autoferrotranvieri non potrà di certo mai realizzarsi con gli attuali attori seduti ai tavoli delle trattative fondate unicamente sui principi concertativi in direzione di un costante, inesorabile e pericoloso abbassamento del costo del lavoro di una categoria con grandi responsabilità civili e penali.
Tutte rivendicazioni che, oltre a garantire una somma “una tantum” sicuramente maggiore rispetto a quella attualmente stabilita, mettevano al centro la qualità del lavoro e la qualità della mobilità ed avrebbero restituito finalmente un servizio pubblico sicuro e dignitoso.
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