Il tavolo odierno al Ministero dello Sviluppo Economico è stato l’ennesimo tentativo di prendere tempo da parte del ministero nei confronti di un’azienda che continua a essere inaffidabile sulla presentazione di un piano industriale che definisca con chiarezza il quadro produttivo e la conseguente salvaguardia occupazionale.
Il tavolo, che ha visto presenti Regione Toscana ed enti locali, ha sancito la proroga per un altro anno della cassa integrazione. Un fatto, di per sé pesantissimo, che si aggiunge a un quadro in cui sembra sempre più vicino il passaggio a un accordo di programma che presupponga l’intervento della Regione Toscana e dell’Autorità portuale di Piombino. Diventa palese, dunque, come sia già in atto la ricerca di un “piano B” sulla parte occupazionale. Jindal non è infatti assolutamente in grado di rioccupare tutto il personale, e i soggetti in campo si muovono per definire un piano complessivo che guardi oltre la fabbrica.
Secondo USB, Jindal rimane un soggetto non credibile, e in quanto tale se ne dovrebbe andare. È necessaria un’iniziativa istituzionale che, nell’ambito di un accordo di programma, affronti non solo il tema dell’occupazione ma anche la salvaguardia della salute dei cittadini, dei lavoratori e dell’ambiente di Piombino.
USB ha posto con forza la necessità di affrontare il tema occupazionale con un intervento legislativo ad hoc sul comparto siderurgico, che permetta l’uscita volontaria di lavoratori dentro un quadro incentivante, con possibilità di rioccupazione e prepensionamento nell’ambito del riconoscimento straordinario del lavoro siderurgico come usurante.
Il tavolo è riaggiornato a febbraio, quando l’azienda dovrà esibire il “piano”, ammesso che ce ne sia uno. USB, rimarcando la necessità di un intervento dello Stato che non sia in funzione del privato, attende i prossimi passaggi consapevole della necessità di continuare a premere affinché i lavoratori e Piombino abbiamo finalmente risposte sul loro futuro.
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