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Gkn, possibili soluzioni e problemi aperti

GKN: Borgomeo pronto ad acquisire stabilimento indicando garanzie da mettere nero su bianco, ma il fondo Melrose non vuole responsabilità e scappa.

La svolta della vertenza GKN può essere davvero dietro l’angolo.

La trattativa tra l’advisor Borgomeo e la GKN può concludersi già prima di Natale, portando una luce di speranza tra i lavoratori in attesa.

Ma nonostante questo, nonostante una moderata soddisfazione non possiamo dire che non rimangono sul tavolo molti punti interrogativi, alcuni dei quali portano con sé degli elementi per noi pregiudiziali e che potranno essere risolti al prossimo tavolo dove l’Advisor (ovvero Borgomeo, divenuto qui imprenditore) si dichiara pronto a prendersi piene responsabilità, anche su intero progetto se necessario.

Il tema della discussione infatti è la garanzia di veder nascere un progetto di riconversione industriale in piena continuità produttiva ed occupazionale anche laddove fallisca l’obiettivo principale dell’advisor di cedere lo stabilimento ad altro soggetto industriale.

In tutto questo, nota dolente, sparisce completamente la responsabilità di GKN, che scompare letteralmente dal quadro e non offre nemmeno alcuna garanzia nel caso in cui la trattativa con Borgomeo non vada a buon fine ed anzi si dichiara pronta a riaprire la procedura nel caso di un fallimento della compravendita. Una arroganza inaudita.

Come USB abbiamo posto con forza la questione delle tutele occupazionali e salariali dei lavoratori.

Non può esserci nessun percorso se non avviene in questo quadro di tutele.

Abbiamo detto chiaramente che la forza di questa vertenza è stata dettata dalla capacità dei lavoratori di far emergere con chiarezza il tema delle delocalizzazioni e del comportamento brutale di queste aziende multinazionali che prosciugano fondi pubblici e poi scappano.

Abbiamo posto la necessità che il percorso offerto dall’advisor Borgomeo sia un percorso di coinvolgimento totale dei lavoratori nelle scelte, anche sull’azienda potenzialmente subentrante: nell’ambito di questa vertenza non è indifferente quale sia il modello di sviluppo economico e di strategia industriale indicato per questo paese, motivo per cui abbiamo rivendicato da subito la nazionalizzazione.

Oggi anche davanti il subentro di un soggetto privato non si può prescindere dall’intervento di Invitalia, dal coinvolgimento dei lavoratori sulle scelte di cosa vuoi produrre e di come vuoi produrlo.

Al Ministero (che ha garantito un impegno di mero monitoraggio), all’advisor Borgomeo abbiamo chiesto il coraggio di stare dalla parte dei lavoratori ed affrontare la sfida della reindustrializzazione dello stabilimento assumendosi la piena responsabilità d’impresa.

Sasha Colautti – USB Nazionale

Simone Selmi – USB Toscana

Mario Carluccio – USB Firenze

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