INL e ANPAL esclusi dagli adeguamenti salariali del Pubblico Impiego
La notizia sconcertante che INL ed ANPAL sono esclusi, dopo anni di battaglie ed iniziative, dalla perequazione dell’indennità di amministrazione, oltre a farci indignare/imbestialire ci rende l’esatta dimensione di come vertici politici e amministrativi tengano in considerazione, non solo i lavoratori di queste due “agenzie” (che all’atto pratico, giuridico e stipendiale tali non sono), ma anche di quanto gli stessi (la politica e le amministrazioni) abbiano in considerazione le funzioni esercitate dai lavoratori appartenenti ad esse.
Non ci interessa oggi conoscere di chi sono le responsabilità dell’ennesima sperequazione che si intende consumare a danno di INL e ANPAL (avremo tempo poi per individuarle!) oggi ci interessa solo che si intervenga immediatamente per porre rimedio alla vergogna di ignorare il diritto di migliaia di dipendenti dello Stato ad avere pari salario in cambio di pari lavoro.
Come già scritto da USB, i lavoratori di INL e ANPAL appartengono all’ex Comparto Ministeri, hanno lo stesso contratto di questo Comparto e sui loro cedolini è chiaramente scritto che la loro l’indennità di amministrazione di riferimento è quella del Ministero del Lavoro.
Quale insipienza, noncuranza, trascuratezza ha potuto far sì che questi lavoratori venissero esclusi da una sacrosanta equiparazione economica che, finalmente, avrebbe portato i loro salari alla pari con quelli dei colleghi di altre amministrazioni?
Nulla, però, a parere della scrivente, avviene per caso! Da un trentennio le funzioni relative al Ministero del Lavoro e, in particolare, dell’Ispettorato sono sotto attacco.
L’impoverimento delle competenze e dei poteri dell’Ispettorato del Lavoro è andato di pari passo con la distruzione dei diritti e delle tutele sul lavoro, la depenalizzazione dei reati attribuibili ai datori di lavoro, le leggi sugli appalti, lo spezzettamento dei contratti, la creazione della miriade di forme di lavoro più simili al lavoro nero, dove la fa da padrona, attraverso la precarietà e il ricatto, l’impunità di comportamenti vicini allo schiavismo.
Un corpo ispettivo e amministrativo di supporto ridotto all’osso dai pensionamenti, sempre più privo di strumenti e mezzi, sempre meno formato e motivato, sempre peggio retribuito, è utile solo, nonostante il singolo impegno dei lavoratori del settore, a protrarre questo stato di cose… e questo vale anche per il resto delle funzioni relative alle due “Agenzie”.
Non dobbiamo pensare che quest’ennesima ingiustizia perpetrata a danno di questo personale (un lavoratore più povero è un lavoratore più debole, più ricattabile, un lavoratore il cui ruolo è sempre più sminuito) sia solo derivata da noncuranza, trascuratezza, insipienza.
La leggiamo, invece, come una precisa volontà inserita nelle logiche neoliberiste in cui il mondo del lavoro è diventato terra di frontiera e l’ispezione e le tutele sono fastidiosi accessori di cui si può fare tranquillamente a meno.
Tragica testimonianza ne sono i più di 1200 morti sul lavoro del 2021 accompagnati dalle centinaia di migliaia di infortuni sul lavoro.
L’attuale Governo ha messo in campo concorsi che porteranno all’assunzione nel breve periodo di circa 900 Ispettori Amministrativi e da qui a un anno di un migliaio di Ispettori Tecnici: una goccia nel mare.
Nel tempo in cui questi nuovi colleghi saranno assunti e formati, altrettanti andranno in pensione e i milioni di aziende che necessitano di controlli potranno aspettarsi una loro visita una volta ogni 30 anni!
- Pretendiamo che la politica trovi un’immediata soluzione alla questione della perequazione per INL ed ANPAL.
- Pretendiamo per questi lavoratori PARI SALARIO A PARI LAVORO.
- Pretendiamo nuove assunzioni, in tempi brevi, perché il personale dell’INL è ormai ridotto all’osso.
- Pretendiamo che questo personale sia correttamente retribuito e correttamente formato.
- Pretendiamo nuove leggi a tutela dei lavoratori, perché il lavoro diventi sinonimo di garanzie e sicurezza.
- Pretendiamo che cessi la mattanza quotidiana di chi esce la mattina per lavorare e non fa più ritorno alla propria casa
- Pretendiamo, dopo anni di noncuranza, trascuratezza, insipienza una inversione di tendenza se veramente la politica vuole dare un segnale concreto ai lavoratori che da questo Stato devono essere tutelati nel rispetto dei diritti.
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