I Marines della base di Sigonella all’istituto comprensivo Federico De Roberto di Catania, accolti dalle alunne e dagli alunni che cantavano l’inno dei Marines, inno che celebra apertamente la guerra : “Dalle stanze di Montezuma alle spiagge di Tripoli, noi combattiamo le patrie guerre…”, così recita l’inno dei Marines. Quanto accaduto all’Istituto comprensivo De Roberto, purtroppo, non è un caso limite. In Sicilia, e nell’area catanese in particolare, si registra una presenza costante dei militari statunitensi di Sigonella nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado. I Marines a stelle e strisce sono utilizzati da sempre in tutte le “patrie guerre”, quindi riteniamo incomprensibile e inaccettabile la presenza dei Marines e di tutti i corpi militari, nelle scuole. Riteniamo gravissimo che la scuola si assuma la responsabilità di coinvolgere le studentesse e gli studenti in un percorso che “educa” al militarismo e che inneggia apertamente alle “patrie guerre”. Inoltre, con l’Alternanza Scuola Lavoro, tanto cara alla CGIL, classi medie superiori hanno svolto ore “d’insegnamento” all’interno di basi o strutture militari USA e italiane. Insomma, la militarizzazione della scuola pubblica non è limitata ad episodi isolati. È chiaro il progetto, programmato dalla stessa UE: determinare la presenza costante dei militari durante le ore scolastiche, in modo da conformare le giovani menti allo spirito militarista imperante da alcuni decenni.
È necessario opporsi e contrastare questo disegno; le scuole e anche le università non sono caserme e la Sicilia non può continuare ad essere ostaggio, dal MOUS di Niscemi alla base di Sigonella, senza dimenticare i sommergibili USA a propulsione nucleare di Augusta e le tante altre basi NATO, di chi ha fatto della guerra la propria identità e il proprio inno. La scuola della Repubblica italiana deve educare al “ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”, non inneggiare alle guerre che portano morte ai quattro angoli del mondo.
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