Menu

RSU Ricerca: USB si rafforza e ringiovanisce

Anche se si tratta di dati ancora non ufficiali, questi ci dicono con chiarezza che dove c’è USB i confederali si litigano i voti tra loro e retrocedono ad un complessivo 60%.

È una considerazione che vale in generale e che non si limita agli Enti Pubblici di Ricerca in cui USB si impone come primo sindacato (INDIRE, ISPRA e ISS), o a quelli in cui i confederali addirittura scompaiono (ANPAL Ricerca). E tutto ciò nonostante, dobbiamo scontare alcuni passi falsi.

Al CNR di Roma (RM0) l’esordio non è certo stato dei migliori, ma è l’inizio di una sfida che continueremo a sostenere, convinti che la condizione in cui versa il CNR abbia bisogno di USB per evitare che essa si deteriori ulteriormente.

Inoltre, nelle sedi romane dell’ISTAT, registriamo un pesante arretramento, che sconta importanti defezioni nelle candidature USB del 2018, ma che sarà di ulteriore stimolo a ricostruire un’azione sindacale credibile e incisiva.

Con quasi il 24%, confermiamo il risultato ottenuto 4 anni fa negli enti dove siamo stati chiamati a presentare liste; siamo stati presenti in più collegi, coprendo circa il 46% dell’elettorato; pertanto, il denominatore conseguentemente aumentato attribuisce una particolare importanza alla tenuta di USB.

Nella porzione del (ex) comparto ricerca, siamo a breve distanza dalla CGIL che ha attinto dal bacino di voti di CISL e UIL e che, seppur abbia dichiarato vittoria, è ben lontana dal recuperare la perdita di voti che nel 2012 la collocava al 37,75% in tutto il comparto, poi finito nel “compartone Scuola” per volontà della stessa CGIL.

E proprio il confronto tra 2012 e 2022 – solo 10 anni – con quell’80,42% di voti del sindacato confederale che scende all’attuale 73% (dati FLC), indica che il rimescolamento e lo spostamento avviene tutto in quell’ambito, con gli elettori – in costante diminuzione – che alle RSU non distinguono ormai più tra CGIL, CISL E UIL.

Molti sono stati i nuovi eletti, appena usciti dal precariato, ma non solo, che faranno rete con chi è già di ruolo negli enti e attivo nelle lotte di USB, in una struttura coesa e determinata che opera al livello di ente come anche dell’intero “comparto ricerca.

Il primo passo sarà la conquista del diritto alle RSU DI ENTE NAZIONALI, ossia a portare ogni eletto RSU ad avere GLI STESSI STRUMENTI DEI RAPPRESENTANTI NAZIONALI.

Vedremo se i sinceri democratici che professano le RSU come luogo centrale dell’attività sindacale vorranno seguirci, dando dignità ad ogni singolo eletto (e quindi a tutti gli elettori).

Cominciano 3 anni importanti, in cui prevediamo che, dopo l’esaltazione mediatica e politica ricevuta a causa della pandemia, la funzione e il ruolo centrale della ricerca pubblica tornerà a subire un attacco fortissimo. Ma USB PI Ricerca non sparirà, continuerà a lottare per invertire le condizioni, per rafforzare la Ricerca Pubblica e sostenere il personale del settore.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *