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Braccianti: l’ennesima tragedia nei “ghetti pugliesi” è il frutto delle politiche schiaviste

Queen e Ibrahim avevano 32 anni e lavoravano nel “Gran Ghetto”. Sono morti nel sonno per le esalazioni del braciere che avevano acceso.

Tra i braccianti sfruttati e tenuti in condizioni disumane da una politica che da più di 20 anni parla, studia, elabora e destina fondi ai soliti enti, ai soliti sindacati alle solite associazioni, la questione abitativa, la sicurezza sul lavoro e sulle proprie condizioni di vita, la possibilità di avere un permesso di soggiorno e una regolarizzazione della propria condizione, sono ormai un miraggio ritenuto irraggiungibile.

Oggi si riaffacciano personaggi screditati, sindacati incapaci di essere presenti nè risolutivi rispetto a ciò che realmente servirebbe.

Ad ogni riunione istituzionale del Tavolo del Caporalato ai quali abbiamo partecipato, abbiamo denunciato il ritardo dell’intervento e l’inutilità con cui vengono destinati gli ingenti fondi messi a disposizione.

Abbiamo denunciato, leggendo le relazioni portate in Parlamento l’inefficacia dell’intervento governativo e lo spreco dei soldi messi a disposizione.

Oggi siamo solo in grado di piangere l’ennesimo omicidio sul lavoro di due braccianti, perché di questo si tratta, visto che l’alloggio e  il trasporto sono parte integrante dei contratti agricoli degli stagionali e dei lavoratori migranti. Condizioni neanche prese in considerazione da aziende e sindacati firmatari quando questi lavoratori vengono utilizzati per spremere profitto dalle loro braccia, condizioni che vengono ipocritamente denunciate quando avvengono queste tragedie, ma che sono le condizioni necessarie per destinare centinaia di milioni di euro per progetti che raggiungono la metà dei lavoratori che l’Unione Sindacale di

Base in questi anni ha raggiunto e organizzato tra le mille difficoltà e gli ostacoli posti dalle istituzioni.

Il selfista seriale e il mondo finto dell’intervento sociale, sono ormai smascherati, solo un intervento condiviso con le comunità dei migranti residenti  e soprattutto un intervento rapido ed efficace potrà superare la condizione di schiavismo esistente nelle campagne italiane.

Pubblichiamo per far chiarezza su come vengono spesi i fondi PER i progetti finanziati dai vari ministeri e regioni. Invitiamo tutti quanti a fare caso all’importo delle risorse per ogni progetto, e i destinatari intercettati.

La media per ogni destinatario contattato  è più di mille euro ricevuti. Chi oggi strilla allo sciopero e alle condizioni abitative non rispettate ha ricevuto per un progetto 7,3 milioni di euro per le regioni del sud.

RISULTATO: ALTRI 2 MORTI IN UN INCENDIO

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