Oltre cento delegate e delegati hanno partecipato martedì 24 gennaio a Roma all’assemblea nazionale di USB Lavoro Privato, settore Trasporto Pubblico Locale. Grande determinazione nel voler reagire all’aggressione delle politiche dei vari governi, delle associazioni datoriali e delle aziende attraverso le privatizzazioni selvagge e il continuo ricorso ad appalti, subappalti e subaffidamenti che alimentano sfruttamento e precarizzazione.
L’assemblea denuncia il susseguirsi di rinnovi contrattuali “farsa”, di aumenti salariali irrisori in cambio della crescente svendita dei diritti, e rilancia la necessità di rimettere al centro la qualità della mobilità cittadina e del lavoro, per un servizio pubblico sicuro e dignitoso che risponda in modo efficiente alle reali esigenze dei territori in un contesto di lavoro sano e rispettoso degli operatori del settore rivendicando:
- la parificazione contrattuale tra aziende pubbliche e private;
- una nuova scala parametrale che garantisca aumenti salariali e annienti le penalizzazioni economiche ai nuovi assunti;
- la diminuzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali a parità di salario;
- la necessità di una politica generale dei servizi pubblici essenziali tesa a ripristinare la gestione diretta dell’ente pubblico;
- un Piano Nazionale dei Trasporti pensato e costruito per i bisogni del Paese;
- la reinternalizzazione di tutte le attività esternalizzate ad aziende appaltatrici, con relativo assorbimento dei lavoratori impiegati, garantendo loro anzianità lavorativa ed applicazione dei contratti integrativi utilizzati nelle aziende appaltanti;
- una maggiore tutela sulla sicurezza e salute sul lavoro;
- il riconoscimento delle malattie professionali e garanzie per il personale inidoneo:
L’assemblea denuncia come grave l’operato del governo Meloni che infligge ulteriori tagli al Fondo Nazionale dei Trasporti per circa 356 milioni di euro nel triennio 2023/2025; la nuova regolamentazione dei servizi pubblici (che ripropone le misure cassate con il referendum del 2011 sui servizi pubblici a rete) e il varo del nuovo codice degli appalti (che elimina i vincoli per i subappalti, introduce il subappalto a cascata e l’appalto integrato eliminando, inoltre, le misure per il contrasto alle frodi e alla corruzione).
USB ha chiesto un incontro urgente a fine dicembre scorso, sia al Ministero dei Trasporti che alla Commissione Trasporti della Camera; una richiesta rimasta del tutto inascoltata. Per questo le delegate e delegati del TPL danno mandato al Coordinamento Nazionale di settore di predisporre per il 3 marzo un presidio davanti al Ministero dei Trasporti per affermare e rivendicare dignità e rispetto per un servizio pubblico essenziale e per tutti gli addetti/e.
L’Assemblea rilancia inoltre con uno sciopero nazionale di 24 ore per la giornata di venerdì 17 febbraio, rivendicando:
- la cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, congelamento e calmiere dei prezzi dei beni primari e dei combustibili;
- il superamento dei penalizzanti salari d’ingresso garantendo l’applicazione contrattuale di primo e secondo livello ai neoassunti;
- la necessità di modificare l’ossessionante e vizioso criterio che, inneggiando al risparmio, brucia fior di soldi pubblici attraverso appalti e subappalti ad aziende che offrono servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato;
- la sicurezza dei lavoratori e del servizio, introduzione del reato di omicidio sul lavoro;
- il salario minimo per legge di 10 euro l’ora contro la pratica dei contratti atipici e precariato;
- il libero esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali;
- una legge sulla rappresentanza che superi il monopolio costruito sulle complicità tra le OO.SS. e le associazioni datoriali di categoria;
- il blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, nonché investimenti economici per tutti i servizi pubblici essenziali.
L’Assemblea si sofferma sull’esercizio del diritto di sciopero, sul ruolo sempre più aggressivo e repressivo della cosiddetta “Commissione di Garanzia” che, dopo aver aumentato i periodi di rarefazione oggettiva, distanziando gli scioperi negli specifici bacini di utenza da dieci a venti giorni, aver moltiplicato i periodi di franchigia nei quali è fatto divieto di scioperare, con delibera n. 22/279 del 12 dicembre 2022, vieta definitivamente la concomitanza tra gli scioperi generali e scioperi di settore che siano essi aziendali, territoriali o nazionali.
Uno specifico atto repressivo verso l’esercizio del diritto di sciopero; un diritto costituzionale oramai soggiogato a delibere e decisioni di un ente che mira esclusivamente ad aumentare il proprio potere decisionale a sostegno delle associazioni datoriali e aziende.
Non a caso tali delibere vengono poste in essere in un momento storico in cui, tra l’aggressione ai salari, al reddito, al potere di acquisto, il dilagare del lavoro sottopagato e i tassi di inflazione alle stelle, il conflitto è più sentito e necessario e lo sciopero rappresenta l’unico mezzo per rivendicare migliori condizioni di lavoro, sia economiche che di diritto.
Per questo, l’Assemblea impegna l’intera USB all’organizzazione e promozione di tutte le iniziative utili alla tutela del diritto di sciopero; fa appello alle delegate e ai delegati di tutte quelle attività lavorative che subiscono le limitazioni dettate a tutti i servizi pubblici essenziali, per costruire un percorso comune di denuncia e mobilitazione a tutela di tale diritto costituzionale.
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