Tutti in piazza per il salario e contro la guerra!
La decisione di convocare un Consiglio dei ministri nella data del Primo Maggio per annunciare la cancellazione del Reddito di Cittadinanza, più libertà alle imprese nell’utilizzo dei contratti a termine e un nuovo ridicolo taglio al cuneo fiscale costituisce una vera e propria provocazione verso tutto il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici.
L’aumento della precarietà viene spacciato come “politica per il lavoro”, così come la vergogna del Decreto Cutro è stata contrabbandata come una misura di sostegno al lavoro delle donne.
L’abolizione del sostegno all’affitto invece non l’hanno neanche giustificata: lo hanno tolto e basta. Attraverso l’uso spudorato della menzogna, il governo Meloni prova a raccontarci una realtà che non esiste.
Ma il Primo Maggio è una giornata simbolica e utilizzarla per affermare una narrazione ispirata alla retorica mussoliniana e finalizzata a nascondere le condizioni di sfruttamento e di bassi salari, che sono il dato drammatico che stiamo vivendo, è un’operazione insidiosa oltre che spregevole.
Questo governo sta rispettando tutti i diktat dell’Unione Europea sul piano delle politiche sociali e del lavoro, così come si è completamente uniformato alle richieste USA sul sostegno alla guerra in Ucraina. Ma non si accontenta, vuole introdurre una sua lettura del mondo e per farlo è costretto a recuperare la cultura da cui proviene, quella del Ventennio.
Per questo il Primo Maggio 2023 assume un valore particolare: scendere in piazza a rivendicare l’aumento dei salari e il no alla guerra, secco e incondizionato, è anche una difesa della nostra storia e del punto di vista indipendente del movimento dei lavoratori di tutto il mondo.
È il rifiuto netto del messaggio tossico che il governo diffonde per dividere la società, mettendo i lavoratori contro i percettori di reddito e i lavoratori italiani contro quelli stranieri.
Il Primo Maggio è la giornata di noi lavoratori e lavoratrici, delle persone precarie, di chi non ha una casa o fatica a conservarla, è la nostra Festa. Una giornata per rivendicare più salario, più servizi e meno precarietà.
Per chiedere di introdurre il reato di omicidio sul lavoro, in modo da interrompere la strage quotidiana di lavoratori.
Per reclamare il diritto al reddito e alla casa.
Per rompere l’odioso ricatto del rapporto di lavoro per avere diritto al permesso di soggiorno.
E per dire no alla partecipazione del nostro Paese alla guerra.
L’USB promuove manifestazioni e iniziative in tante piazze del Paese, che saranno seguite con una diretta sul sito e sui social del sindacato a partire dalle 10,30.
IL PRIMO MAGGIO È LA NOSTRA FESTA
NON PERMETTIAMO AL GOVERNO DI SPORCARLA CON LE SUE MENZOGNE
Unione Sindacale di Base
Le iniziative USB del 1° Maggio (in aggiornamento)
Torino – Reggia di Venaria – ore 9,45
Pranzo sociale in Barriera – via Salgari 8 – ore 13,30
Bergamo – parcheggio della Malpensata – ore 10
Vicenza – piazza Mercato – ore 15
Trieste – San Giacomo – ore 9
Bologna – piazza dell’Unità – dalle ore 11 alle ore 23,30
Firenze – piazza dell’Isolotto – ore 15,30
Pisa – piazza Garibaldi – ore 10
Spoleto – giardini di viale Matteotti – ore 10,30
Roma – largo di Torre Argentina – ore 10
Napoli – piazza Dante – dalle ore 10 alle ore 13
Bari – piazza Carabellese (Madonnella) – dalle ore 9 alle ore 21
Marcellinara (Cz) – ore 18
Link al comunicato per condivisione:
USB: Meloni ruba il Primo Maggio, fermiamola! Tutti in piazza per il salario e contro la guerra
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