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I lavoratori calabresi fermati sui pullman e poi assediati dalla polizia a piazza SS Apostoli

Questa notte, tre pullman sono partiti dalla Calabria alla volta di Roma con a bordo centinaia di tirocinanti pronti a manifestare per pretendere diritti e dignità. Alle porte della capitale un numero esorbitante di poliziotti in assetto antisommossa ha bloccato il convoglio sottoponendo lavoratori, lavoratrici e minori a controlli e perquisizioni serrate per ore. Durante le perquisizioni, senza alcun testimone, le forze dell’ordine hanno rinvenuto una confezione di petardi in uno dei pullman.

Nelle nostre borse ci sono soltanto bandiere e panini, ma la Questura di Roma, in piena continuità con quella che è stata la gestione del dissenso e della protesta in questi mesi, cerca il pretesto per criminalizzare lavoratori e lavoratrici che campano con 500 euro al mese, senza tutele e senza diritti, impedendo loro di manifestare pacificamente contro una condizione che calpesta la dignità di migliaia di famiglie calabresi.

Dopo essere stati bloccate alle porte di Roma per lunghi e pretestuosi controlli che evidentemente avevano come unico obiettivo quello di ritardare il nostro arrivo e far aumentare la tensione, impossibilitate persino ad utilizzare i servizi igienici, le centinaia di persone (tra cui anziani e bambinj), alla fine sono state scortate a piazza Santi Apostoli, dove alle 14,30 è in programma la manifestazione dei tirocinanti TIS e ministeriali non idonei della Calabria.

La militarizzazione della piazza per la presenza dei tirocinanti ha del ridicolo ed è indice dell’intolleranza di questo governo. I lavoratori e le lavoratrici sono ora “ingabbiati” e guardati a vista dalle forze dell’ordine, chiusi tra le transenne e impossibilitati a muoversi. Un trattamento immotivato e illegale, nonché disumano in una giornata di caldo torrido e dopo una notte in bianco.

I tirocinanti attendono di incontrare i parlamentari calabresi di maggioranza e opposizione, in particolare Cannizzaro (FI) e Orrico (M5S).

La nostre richieste sono chiare e note. Nello specifico chiediamo che la deputazione calabrese modifichi gli emendamenti per ciò che riguarda i 4mila TIS, aumentando le risorse economiche ed eliminando inutili vincoli che negherebbero la contrattualizzazione ad una parte della platea, e che finalmente si presenti uno specifico e risolutivo emendamento per i tirocinanti ministeriali risultati non idonei. La mobilitazione continuerà ad oltranza fin quando non otterremo risposta concrete.

USB chiama alla solidarietà attiva con i tirocinanti calabresi, affinché sia risolta al più presto una situazione di coercizione che limita i diritti costituzionali e dimostra una volta di più il vero volto di questo governo antipopolare.

 

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1 Commento


  • Pasquale

    Il Bummino interlocutore…ah ah ah ah!!!

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