Dal 1° al 3 settembre si tiene nel lussuosissimo albergo Villa d’Este di Cernobbio l’edizione 2023 del Forum Ambrosetti, adunata a porte chiuse che dal lontano 1975 raccoglie il fior fiore del capitalismo mondiale. Il titolo è immutato negli anni: “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”.
La questura ci ha comunicato il divieto ad effettuare “qualsivoglia tipo di manifestazione pubblica nel territorio del comune di Cernobbio nelle giornate di svolgimento del Forum Ambrosetti”.
Preso atto dell’arbitraria sospensione dei diritti costituzionali perché in nessun modo si deve disturbare il think tank del gotha della finanza mondiale, la manifestazione di protesta si sposta a Como, in piazza Cavour, sulle sponde del lago.
Mentre il governo prepara la manovra economica per il prossimo anno e già si intuisce che non ci sono i fondi per i contratti pubblici, nessuna intenzione di introdurre un salario minimo per legge decente di almeno dieci euro, interventi al ribasso sulle pensioni, ulteriori tagli alla sanità in una logica di ritorno alla politica di austerità e politiche fiscali a favore dei ceti ricchi.
Mentre i padroni fanno intendere di non avere alcuna intenzione di procedere ai rinnovi contrattuali tenendo conto dei forti aumenti dei prezzi e dalla clamorosa perdita di potere d’acquisto dei salari.
Mentre banche e grandi aziende dettano l’agenda di politica economica all’interno delle rigide regole della Ue, a Villa d’Este torneranno a proporci per l’ennesima volta le loro ricette fallimentari, condite di termini ammalianti e suggestivi come digitalizzazione, riconversione ecologica, intelligenza artificiale, rigenerazione urbana e via discorrendo di sempre più fantasiosi neologismi, utili solo a coprire le ingiustizie e i disastri provocati dalla forsennata corsa alla competizione globale.
Banchieri, manager, CEO, amministratori delegati, con al seguito un codazzo di politici in ginocchio e l’arroganza di chi è abituato a decidere delle sorti del mondo, avendo a cuore solo gli interessi delle proprie quote azionarie e a stabilire il successo di una ricetta economica sulla base di quanto è servita a garantirgli retribuzioni favolose, vorranno convincerci ancora una volta delle magnifiche sorti della competizione.
Non è il think tank dell’alta finanza che può risolvere i problemi concreti che da anni aspettano una risposta. È ora di prenderne atto.
Como – piazza Cavour – 2 settembre ore 11.00
Non vogliamo competere – vogliamo vivere
Alzate i salari – Abbassate le armi
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