Questa mattina la portacontainer Contship ERA della compagnia israeliana ZIM è attraccata al porto di Genova. Ma ad attenderla non c’erano solo le banchine: c’era un presidio operaio e popolare al Varco di Ponte Etiopia. Una mobilitazione che ha parlato chiaro.
I portuali francesi avevano già bloccato a Marsiglia 14 tonnellate di componenti per mitragliatrici destinate all’esercito israeliano. A Genova abbiamo voluto dire che anche il nostro porto non sarà complice del genocidio in Palestina.

Grazie ai portuali marsigliesi la nave è arrivata vuota. Ma sappiamo che ogni nave ZIM è un anello della catena della guerra.
E sappiamo che la logistica italiana – con i porti, gli scali e i depositi militari – è sempre più coinvolta nel traffico di morte.
A Genova si è poi mosso un corteo determinato dentro il porto, per ribadire il blocco al traffico di armi e la solidarietà militante al popolo palestinese.
È il secondo corteo portuale in pochi mesi, dopo quello dello scorso novembre: un segnale forte, concreto, che arriva dai luoghi strategici della produzione e della logistica.
Questa giornata dimostra una cosa semplice: se i portuali si coordinano, se gli operai alzano la testa, se la solidarietà si organizza, allora è possibile fermare il flusso delle armi.
È possibile dire NO alla guerra, NO al riarmo, NO all’economia di morte.
È il momento di alzare il livello dello scontro.
Il 20 giugno costruiamo insieme lo sciopero generale contro la guerra, il carovita, lo sfruttamento.
Il 21 giugno saremo a Roma, in piazza Vittorio Emanuele alle ore 14, per una grande manifestazione nazionale.
Fermare la guerra è un compito nostro.
Blocchiamo le armi, costruiamo la pace con la lotta.
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Pasquale
Questi sono fatti che seguono le prese di posizione. È così che bisogna fare.Hasta la Victoria.
Pasquale Bolzoni
Un bel esempio del fare al posto del dire che evidenzia ancora una volta la lentezza operativa delle grandi organizzazioni sindacali forse timorose nel verificare la reale rappresentanza all’ interno del mondo produttivo.
Lo stesso vale per le formazioni politiche progressiste impegnate nei referendum ma lente nella mobilitazione generale sul tema del riarmo e genocidio a Gaza.
Eppure dovrebbe essere chiaro che se non si riesce a fermare la deriva europea, tutto il resto è destinato a soccombere..
Luis Fernández
Excelente decisión.