Ieri tutti i quotidiani pubblicavano abbastanza acriticamente i dati forniti dall’Inail in una anticipazione del rapporto completo sui morti e sugli infortuni sul lavoro nel 2012 ‘concessa’ ai giornalisti dal direttore generale dell’ente Giuseppe Lucibello. Che dava per sicura, con toni enfatici ulteriormente pompati da alcuni media, una discesa netta delle vittime nell’anno sotto osservazione rispetto al precedente.
Riportiamo ciò che scriveva ieri l’agenzia Ansa in un suo lancio a fine giornata, perché tanto la maggior parte degli articoli usciti oggi sui quotidiani locali e anche nazionali sull’argomento sono spesso semplici “copia e incolla”:
“Crollo degli incidenti sul lavoro nel 2012 anche a causa della crisi economica: 654.000 gli infortuni, con un calo del 9,9% rispetto ai 726.000 del 2011. Per gli incidenti mortali si é registrato un calo superiore all’8% con 820 morti bianche accertate a fronte delle 893 del 2011, un dato anche questo in ribasso rispetto ai 920 inizialmente annunciati prima della definizione di alcune cause su incidenti in itinere. Rispetto al 2006, anno nel quale si sono verificati quasi 930.000 infortuni sul lavoro e 1.341 casi mortali il calo é consistente con un -29,6% per gli incidenti nel complesso e un -38,8% per i casi mortali. Il dato sui casi mortali del 2012 andrà però probabilmente rivisto leggermente al rialzo una volta definite le cause ancora aperte (nelle prossime settimane saranno diffusi i dati aggiornati). Comunque non si dovrebbe andare oltre gli 870 casi mantenendo quindi il trend di calo iniziato nel 2007. Nel 2002 i morti sul lavoro accertati erano 1.478, con un calo in dieci anni che arriva così al 44,5%. Nel 2001 i morti accertati sono stati 1.546. ”Il trend discendente per infortuni e morti sul lavoro – ha detto il direttore generale InailGiuseppe Lucibello – viene confermato anche nel 2012. Al 31 dicembre 2012 ci risultano 654.000 denunce di infortuni sul lavoro: ci sarà un assestamento di questi dati ma quello che possiamo anticipare é che si registra una riduzione di circa il 9% rispetto alle 726 mila denuncie del 2011. Nel 2012 – ha proseguito – abbiamo registrato 820 casi mortali e anche se ricordo che dal punto di vista statistico dobbiamo aspettare 180 giorni dalla fine dell’anno, posso anticipare che sul fronte delle morti sul lavoro registriamo un ulteriore calo: stimiamo di non superare in ogni caso 870 incidenti mortali, con una flessione di almeno il 3% rispetto agli 893 morti registrati nel 2012”. La crisi economica e dell’occupazione, secondo il direttore generale dell’Inail, pesa molto su questa riduzione: ”la diminuzione dell’attività produttiva – ha detto – ha pesato nel 2012 su questo calo più di quanto sia avvenuto nel 2011: si può quantificare in una quota pari a circa il 50% di questa riduzione degli infortuni” – ha spiegato Lucibello individuando nell’agricoltura e in alcuni settori dell’industria gli ambiti dove é necessario fare più sforzi per controlli e prevenzione. Al prossimo governo l’Inail chiede di mantenere la massima attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro: ”le priorità del welfare nell’ultimo periodo sono state probabilmente altre – ha spiegato Lucibello – ma il prossimo governo deve rimettere al centro l’idea che investire in sicurezza conviene: per farlo però non bastano le risorse che abbiamo nel sistema”.
Questo scriveva l’Ansa. Ma sono bastate poche ore – proprio mentre all’Ilva di Taranto moriva un altro operaio e mentre a Torino un tribunale derubricava a incidente l’omicidio di 7 operai durante il rogo dello stabilimento Thyssen – affinché i dati forniti ieri da Lucibello fossero contestati.
A farlo ci è riuscita anche la Cgil della Camusso, che non ha potuto non far notare all’Inail le incongruenze delle statistiche fornite nell’anticipazione. Nella fattispecie la Fillea-Cgil (gli edili del sindacato di corso Italia) accusa l’Inail di dare ”numeri virtuali e non reali. ”La dimostrazione lampante – ha detto il segretario generale Walter Schiavella – viene proprio dal conteggio degli infortuni e dei morti nell’edilizia, settore dove l’incrocio tra i dati numerici Inail con quelli delle Casse Edili sul numero di addetti regolari e sulle ore lavorate raccontano una storia completamente diversa”. Secondo la Fillea infatti la riduzione degli addetti del settore edile in questi anni è stata superiore al calo degli infortuni nel settore.
Secondo Walter Schiavella l’Inail non avrebbe ‘registrato’ il contemporaneo calo della forza lavoro imposto dalla crisi e non abbia tarato il dato degli infortuni rispetto alla nuova platea. Per l’Inail in questi anni, spiega Schiavella, si sarebbe verificata nell’edilizia una positiva flessione infortunistica: nel 2009 – 16,2% gli infortuni e – 1,4% i morti, nel 2010 – 12,4% e – 6,1%, nel 2011 – 14,17% e – 10.8%, percentuali che “corrisponderebbero alla realtà solo se avessimo ogni anno la medesima platea di addetti e di ore lavorate”. Ma in presenza di una platea sempre più ridotta, una reale riduzione degli infortuni c’è solo “se la percentuale di questi ultimi è inferiore alla percentuale della riduzione degli addetti e delle ore lavorate. Ma così non è stato” prosegue il sindacato. Infatti, l’incrocio dei dati Inail e Casse Edili 2011 su 2008 porta la Fillea a conclusioni “drammatiche”: gli infortuni non si sono ridotti ma sono cresciuti di quasi il 6%, e i morti non sono diminuiti ma aumentati di quasi il 28%”, denuncia ancora Schiavella che denuncia come l’aumento degli infortuni risulti comunque contenuto solo perche’ “i lavoratori sono spinti a non denunciare gli infortuni meno gravi e se ne restano a casa in cambio di un risarcimento in nero da parte del datore di lavoro.” Se poi si analizza il dato degli infortuni e dei morti totali in rapporto al numero degli addetti il quadro è ancora più desolante: “a fronte di una diminuzione del 40% del numero di addetti iscritti alle casse edili non abbiamo un – 40% sugli infortuni e sui morti, ma un pazzesco + 13,25% degli infortuni e un + 47,19% dei morti”. “Drammatiche” per la Fillea si prefigurano anche le proiezioni sul 2012: ”basandoci sui dati provvisori che ci fornisce l’Osservatorio Indipendente di Bologna, con cui abbiamo intrapreso una importante collaborazione, i morti in edilizia sarebbero 184, contro i 195 del 2011. E se nel 2012 c’é stato un ulteriore calo nel settore di oltre 50mila di addetti e di ore lavorate, non credo proprio che 184 morti rispetto ai 195 rappresentino una riduzione, purtroppo.”
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