Il Coisp dice di essere solo un sindacato, ma è una centrale di provocazione politica. Pericolosa, perché composta da poliziotti in attività e non.
L’iltuma provocazione è sanguinosa: il Coisp (Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizia) ha deciso che il 20 luglio sarà a Genova in piazza Alimonda. E naturalmente non per omaggiare – come sarebbe doveroso – una vittima della polizia o dei carabinieri…
Loro la definiscono una «democratica iniziativa» per «ricordare gli scontri di piazza, le scene di devastazione e saccheggio con il pensiero che un estintore possa diventare un’arma da usare contro le forze dell’ordine».
L’intento provocatorio è chiaro fin dall’obiettivo: annunciare una raccolta firme a favore della rimozione del monumento che ricorda proprio Giuliani. Meritano di esser lette e mandate a memoria le parole del segretario ligure del Coisp, Matteo Bianchi: la petizione «non vuole essere affatto un attacco alla famiglia Giuliani ma una vera e propria azione per il senso civico della città di Genova che a tutt’oggi, per bocca dei propri rappresentanti politici locali e di chi ha autorizzato materialmente la posa in opera di detto monumento, non ha ancora ricevuto una spiegazione su quale esempio possa essere per le generazioni future la memoria di Carlo Giuliani».
«Giuliani per chi non lo ricordasse, – prosegue Bianchi – era quel ragazzo con il volto coperto da un passamontagna che il 20 luglio del 2001, proprio in piazza Alimonda, cercò di uccidere, servendosi di un estintore, un carabiniere in servizio il quale, per puro spirito di sopravvivenza, sparò allo stesso con la propria pistola d’ordinanza, uccidendolo».
Naturalmente non sono commentabili senza cadere nella provocazione…
Però si può essere presenti in forze, come ogni anno e più di ogni anno, in piazza Alimonda, il 20 luglio.
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