Il poliziotto dà prima uno schiaffo a un uomo, e poi estrae l’arma. Alla fine del video, si sente dire ‘Guarda che sparo’
Nella giornata di ieri è iniziato a circolare un video su Twitter girato al porto di Civitavecchia. Una famiglia, sembra di origini tunisine, discute animatamente con un poliziotto all’imbarco per Tunisi. “Devi spostare la macchina”, dice l’agente un uomo fermo davanti a una vettura. Le voci si alzano e si fanno concitate, il poliziotto mette le mani alle spalle dell’uomo e lo spinge contro la vettura.
A quel punto, un altro poliziotto si mette tra i due: intorno, un capannello di gente fermo a vedere cosa succede. Vola uno schiaffo, dato dall’agente all’uomo, e la situazione si surriscalda. Mano alla fondina, il poliziotto estrae l’arma e verso la fine del video si sente dire ‘Guarda che sparo‘. Un comportamento che, a giudicare dalle immagini, appare assolutamente sproporzionato rispetto al contesto: l’agente non sembra in pericolo immediato, né i signori con cui interloquisce sembrano rappresentare una minaccia di qualche tipo. Fanpage.it ha provato a contattare la polizia di frontiera di Civitavecchia, ma per adesso non sono ancora state rilasciate dichiarazioni.
Non si sa ancora quali siano state le conseguenze per la famiglia tunisina e cosa sia accaduto alla fine del video. Mentre si svolge la scena, si vede una donna – probabilmente la moglie dell’uomo che sta discutendo con l’agente – urlare disperata. Intorno decine di persone, tra cui anche bambini, che urlano, chiedendo spiegazioni su quanto sta avvenendo. Il video, della durata di due minuti e venti secondi, fa capire che la discussione è nata da una macchina che doveva essere spostata: ma, a giudicare da questi pochi minuti di video, non basta a spiegare la reazione sproporzionata del poliziotto.
da Fanpage
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Manlio Padovan
Siamo figli di un paese morto, ha detto Pasolini! Un paese ucciso, a me pare, dalla più stupida delle monarchie europee, come la definì Paolo Volponi. Una monarchia di debosciati, uomini e donne uno più cornuto e bastardo dell’altro; una genìa di vigliacchi e di criminali. Un paese bello ma inutile, è stato detto di esso. Un paese con una infame borghesia divisa tra alta borghesia profondamente ipocrita e falsa ed una piccola e media borghesia per lo più ignorante ladra meschina invidiosa avara razzista, con una inumana religione organizzata in multinazionale del crimine dalla quale storicamente ci viene tutta la corruzione di cui siamo capaci, con una classe politica cialtrona e degenerata. Un paese nel quale : “…agli stessi intellettuali non è parsa sproporzionata od offensiva l’affermazione secondo la quale <<gli italiani di oggi , rispetto ai Romani antichi, sono solo i vermi nella carcassa.” Frase, quest’ultima, tratta da un articolo di Franco Ferrarotti su Belfagor 2/1998.