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Ampliamento dell’uso dei taser, la retorica securitaria dilaga ancora

Nella mattina di ieri, discutendo il Dl Pubblica Amministrazione, la Camera ha decretato l’ampliamento dell’uso del taser da parte della polizia locale. Le Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera hanno infatti approvato un identico emendamento di Lega e Fratelli d’Italia sul tema.

Già ai tempi dei decreti sicurezza, l’adozione del taser era stato un cavallo di battaglia di Matteo Salvini. Era stata poi la grande ammucchiata del «governo dei migliori», con la ministra dell’Interno Lamorgese, a prevederlo ufficialmente nella normativa italiana.

Da un anno a questa parte e fino a oggi, però, tale strumento poteva essere equipaggiato solo dalle forze dell’ordine dei capoluoghi di provincia e delle amministrazioni locali con una popolazione superiore ai 100 mila abitanti. Ora invece tale limite è stato ridotto ai comuni dai 20 mila abitanti in su.

“Ancora una volta il nostro impegno porta a risultati tangibili per tutelare i cittadini e garantire sicurezza nelle nostre città” afferma una nota di vari deputati leghisti. Che cosa ci sia di tangibile rispetto alla profondità della crisi sociale ed economica del paese non è dato saperlo.

Quello che sappiamo per certo è che l’ulteriore estensione nella dotazione di queste pistole a impulsi elettrici risponde a due tendenze collegate. Da una parte c’è il veicolarsi di un messaggio di insicurezza collettiva per instillare paura, dall’altra c’è l’uso di questa paura per legittimare l’ampliato ricorso alla repressione poliziesca per far fronte all’instabilità sociale.

Se si cerca velocemente su internet notizie intorno al taser, si vede che la sua sperimentazione negli ultimi mesi si è diffusa, con un’approvazione bipartisan. Come a Piacenza, dove è stato introdotto dalla Lega, ma dove anche un esponente del PD ne ha riconosciuto il “forte potere dissuasivo”.

L’emendamento arriva in contemporanea ad un’altra notizia rilanciata a Vicenza, dove un uomo in escandescenza si è fermato alla vista della pistola elettrica. Ma sicuramente ciò che più aiutato in questa narrazione securitaria sono stati gli eventi di qualche giorno fa a Milano.

Il pestaggio perpetrato dalla polizia locale meneghina e le inevitabili accuse sono stati colti al volo dal capogruppo leghista della Città metropolitana, Samuele Piscina. Egli ha usato questo caso di violenza poliziesca per chiedere altri taser e preparare ulteriormente il terreno a tale emendamento, e Sala sembra pronto a parlarne: due facce della stessa medaglia.

Questa è la soluzione di una classe dominante in piena crisi di legittimazione politica, in una fase in cui le contraddizioni dell’organizzazione capitalistica si incancreniscono. Crediamo invece che quel di cui abbiamo bisogno è un cambio radicale delle politiche economiche e sociali, perché rispondano ai bisogni dei settori popolari.

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1 Commento


  • Andrea Vannini

    militarizzazione e fascistizzazione delle tante, troppe polizie italiote. anche di quelli che furono i “vigili urbani”. americanizzazione a 360 gradi della colonia fu bel paese. lo stato mostra sempre piu’ apertamente il suo vero volto mortifero. é il nemico, l’ arma del nemico, il comitato di affari della borghesia nostrana ( ciò che ne resta) e l’ esecutore coloniale degli ordini e delle volontà dell’imperialismo usa.

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