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Il piano europeo sulla Grecia non connvince la Borsa

La Borsa di Milano ha concluso in ribasso una giornata vissuta all’insegna di fortissime oscillazioni azzerando i guadagni riportati nelle prime ore della mattinata e lasciandosi alle spalle tutta l’euforia delle ultime 48 ore.

Il presidente francese Sarkozy  aveva annunciato trionfalmente che erano stati stanziati per la Grecia “109 miliardi dall’Unione Europea e oltre 35 miliardi dai privati”. Il problema vero è che è stato creato debito pubblico che alimenta altro debito pubblico in una spirale senza fine in cui vengono bruciati come niente miliardi e miliardi di euro strappati con sacrifici enormi alle popolazioni e ai lavoratori greci, italiani, portoghesi, spagnoli etc.

I leader europei si sono riuniti a Bruxelles, dopo che la Banca Centrale Europea si era detta disposta ad accettare un default temporaneo della Grecia come parte di un piano che comprende prestiti ufficiali più lunghi e a tassi più bassi, uno swap del debito, un buyback di bond, ma nessuna nuova tassa sulle banche. Il timore alla base era che la crisi del debito europeo potesse travolgere economie molto più grandi come quelle di Spagna e Italia, mentre quelle di Grecia, Portogallo e Irlanda hanno già ceduto.
I soggetti privati (per lo più banche) parteciperanno al finanziamento della Grecia per una cifra pari a 135 miliardi di euro in 30 anni. Nella bozza si afferma che il Fondo salva-stati sarà messo in condizioni di agire secondo le nuove modalità «come veicolo finanziario il più presto possibile».
Il programma per la Grecia «sarà disegnato – si legge – in particolare attraverso tassi di interessi più bassi e l’allungamento delle scadenze (dei titoli – ndr), in modo tale da migliorare la sostenibilità del debito e il profilo di rifinanziamento della Grecia».

Da Wall Street Journal Italia la sintesi della bozza del documento approvato a Bruxelles:

Ecco gli elementi principali del compromesso alla base del salvataggio della Grecia e euro, in seguito all’accordo raggiunto ieri notte a Berlino fra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel. Innanzitutto, lo statuto dell’Efsf (il fondo salva Stati dell’Eurozona) verrebbe modificato in modo da consentire al Fondo l’acquisto diretto sul mercato secondario dei titoli di Stato greci o di altri paesi membri in crisi; oggi l’Efsf può intervenire solo sul mercato primario, ovvero al momento dell’emissione, e non raccogliere i titoli già sul mercato.
In secondo luogo il settore privato verrebbe coinvolto nei costi del salvataggio della Grecia con il «roll-over», ovvero l’impegno volontario a riacquistare i titoli greci di nuova emissione, probabilmente a 30 anni, dopo aver incassato il rimborso dei vecchi bond, oppure con lo scambio diretto dei vecchi titoli con i nuovi. Da notare che quest’operazione sarebbe considerata come un «default selettivo» da parte delle agenzie di rating.
Il terzo punto riguarda gli interessi sui prestiti dell’Eurozona ai paesi in crisi (Grecia, Irlanda e Portogallo), che verrebbero tutti ridotti al 3,5 per cento, mentre la durata del credito potrebbe essere allungata fino a 15-30 anni. Si parla anche, infine, di un impegno della Banca centrale europea ad accettare come «collaterali» per la liquidità fornita alle banche i titoli di Stato greci, se saranno garantiti dall’Efsf.

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