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A Kiev è già campagna elettorale: sfida tra oligarchi

Mentre nell’Ucraina orientale infuria la battaglia e la situazione per l’esercito di Kiev non è proprio rosea, nella capitale dopo l’annuncio dello scioglimento del parlamento è già iniziata la campagna elettorale per il voto del 26 ottobre.

L’appuntamento è fondamentale per il presidente Petro Poroshenko, entrato a furore di popolo alla Bankova a maggio e ora intenzionato a conquistare la maggioranza alla Rada riducendo al minimo o se possibile eliminando del tutto le forze politiche che si sono opposte alla sua ascesa al potere, a partire dal Partito Comunista messo di fatto al bando e da altre forze di sinistra.

Nel tentativo di legare a sé quante più forze politiche e oligarchi il ‘re del cioccolato’ ha creato il Blocco Poroshenko, un’alleanza pluripartitica nata intorno a Solidarietà, la sua formazione sorta ufficialmente già una quindicina di anni fa e spesso tenuta in naftalina.

Alla guida della coalizione sostenitrice del golpe di febbraio c’è Yuri Lutsenko, ex ministro degli Interni dell’ultimo governo di Yulia Tymoshenko poi finito per alcuni mesi in carcere – sull’onda di quanto accaduto anche a quella che per i media occidentali rimane comunque ‘un’eroina’ – durante la presidenza di Viktor Yanukovich. Alla consolidata intesa con Udar, il partito liberal-nazionalista di Vitaly Klitschko nato per volontà della Cdu tedesca, potrebbe aggiungersi il partito Patria, principale socio del governo di Kiev agli ordini proprio di Yulia Tymoshenko e di Arseny Yatseniuk di nuovo in lite tra loro.
I leader nazionalisti rivendicano grandi vittorie e grandi riforme, ma la verità è che poco è stato fatto anche per imporre al paese le ristrutturazioni economiche chieste a gran voce da Ue e Fmi per concedere maxiprestiti di cui Kiev ha estrema necessità. L’unica “riforma” attuata è quella dei regolamenti dei gruppi parlamentari allo scopo di sciogliere la delegazione del Partito Comunista d’Ucraina nei confronti del quale in tutto il paese si susseguono provocazioni e persecuzioni. In una recente conferenza stampa il segretario del PCU Petro Simonenko ha ricordato due dei casi in cui sono stati coinvolti membri del partito, ovvero il sequestro da parte del Servizio di Sicurezza d’Ucraina di Vitalij Pryn’, e l’arresto e le torture inflitte a un altro membro del partito, Viktor Sinjaev.

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