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Slavoj Zizek tra gli indignados di New York

Domenica pomeriggio il noto filosofo anti-capitalista sloveno Slavoj Zizek è andato a parlare agli ‘indignati’ di New York che da quasi un mese occupano i Giardini Zuccotti, vicino a Wall Street.

Parlando alla folla con l’ormai rodato sistema del megafono umano – i manifestanti non hanno l’autorizzazione di utilizzare qualsivoglia apparecchio meccanico di amplificazione – l’intellettuale eretico per eccellenza ha invitato i dimostranti a immaginare un sistema economico alternativo al capitalismo.

“Vi dicono che siete sognatori, ma chi sogna sono quelli che si ostinano a pensare che le cose possano andare avanti così come sono. Noi vogliamo risvegliarli da questo sogno che si sta trasformando in un incubo. E’ come quella classica scena dei cartoni animati in cui il gatto raggiunge il precipizio ma continua a correre senza accorgersi che sotto di lui non c’è più nulla, e che cade solo quando guarda giù: noi stiamo dicendo ai ragazzi di Wall Street: Hey, guardate giu!

“L’attuale sistema di potere ha oppresso anche il modo di sognare e immaginare della gente. Grazie ai film riusciamo a immaginare la fine del mondo, colpito da un asteroide, ma non riusciamo a immaginare la fine del capitalismo. Il problema non sono la corruzione e l’avidità: il problema è il sistema. Noi qui abbiamo rotto il tabù e possiamo parlare di alternative, ma dobbiamo rispondere a domande molto difficili. Sappiamo cosa non vogliamo, ma cosa vogliamo? Quale organizzazione rimpiazzerà il capitalismo? Quali nuovi leader?”.

“Oggigiorno nei diversi campi della scienza e della tecnologia tutto è ormai possibile. Ma nei campi della società e dell’economia quasi tutto è considerato impossibile. Aumentare un po’ le tasse ai ricchi? Impossibile: si perde competitività. Aumentare gli stanziamenti per la sanità pubblica? Impossibile: sarebbe una cosa da Stato totalitario. C’è qualcosa di sbagliato in un mondo che promette l’immortalità ma che non può spendere un po’ più per la salute”.

Non siamo comunisti: il comunismo è finito nel 1990 e gli ex-comunisti sono diventati ovunque campioni di capitalismo, basta guardare la Cina. L’unico senso in cui siamo comunisti è che ci preoccupiamo dei beni comuni che il sistema privatizza: il patrimonio ambientale, quello intellettuale, quello genetico. Il comunismo è completamente fallito, ma il problema dei beni pubblici rimane. Noi siamo democratici, anche se ci accusano di essere contro la democrazia perché critichiamo il capitalismo. Ma il matrimonio tra democrazia e capitalismo è finito“.

“State in guardia dai nemici, ma anche dai falsi amici che stanno già lavorando per diluire questo processo, cercando di trasformare tutto questo in un’inoffensiva protesta morale. Per troppo tempo abbiamo esternalizzato e delegato il nostro impegno politico: ora lo rivolgiamo indietro. Ma soprattutto non vi innamorate di voi stessi: il Carnevale è facile, ma quello che è difficile è il giorno dopo, il ritorno alla vita normale. Non vorrei che tutto finisse qui e che un giorno vi ritroviate a ricordare nostalgicamente questi bei momenti. Promettiamoci che non sarà così!”

da Peace Reporters

Enrico Piovesana

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1 Commento


  • Marsnotheplanet

    Patetico. Il discorso che ha fatto Zizek è esattamente quello che il senso comune suggerirebbe. Peccato che nei sui libri dica tutt’altro (sopratutto scemenze, usando Lacan ed Hegel come collante, forbice e taglierino; tutto alla bisogna), con le continue enormità, provocazioni e sfoggi di cultura pop opportunisticamente collocati per trascinarlo fuori dall’anonimato. Ora che (a 61 anni) c’è riuscito -dopo una fallita carriera politica tra i democratici liberisti- si avventa sulle proteste di NY come un avvoltoio in cerca di pezzi di carne. E se questi sono gli avvocati della Sinistra Radicale, auguro ai suoi sostenitori di avere lo stesso destino: essere fatti, metaforicamente, a pezzi.

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