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Privatizzazioni. Monti si arrende alla Commissione Europea

Nella giornata di ieri, c’è stato un incontro che è passato abbastanza inosservato: quello tra il commissario europeo agli affari interni, Michel Barnier, e il presidente del Consiglio, Mario Monti. L’incontro è durato oltre due ore e mezza, ma non si è parlato delle misure anticrisi per l’Italia. La “questione” infatti era un’altra. Secondo quanto riferisce il commissario   tra le materie all’ordine del giorno, c’è una «questione che Monti conosce molto bene», le golden share che lo Stato mantiene nelle grandi imprese privatizzate. In pratica le residue quote azionarie del Ministero del Tesoro sulla grandi società strategiche e che vanno “privatizzate”. Barnier è venuto a dirci che in Europa «Tratteranno l’Italia in modo equo come tutti gli altri paesi», ed è stata sua la decisione di citare Roma alla Corte di giustizia Ue per i poteri di veto mantenuti dal Tesoro in Enel, Eni, Telecom Italia, Finmeccanica e Snam Rete Gas. Una nota dell’Ansa informa che ieri la Commissione Europea ha annunciato che la lettera di deferimento sarà inviata tra un mese, secondo gli accordi presi mercoledì tra Monti e il presidente della Commissione, Josè Barroso. Monti avrebbe concordato con Barroso trenta giorni di tempo per regolarizzare la posizione dell’Italia in cambio della promessa di fare quello che gli esecutivi precedenti non hanno fatto negli ultimi dieci anni: rinunciare alla golden share che impedisce scalate ostili nelle aziende considerate strategiche. Praticamente Monti ha negoziato la resa vendendo quello che c’era rimasto al grande capitale  franco-tedesco che non aspetta altro che banchettare e penetrare in Italia come ha fatto per la Grecia. “Del resto, questo è il disegno strategico del capitalismo prussiano, mangiarsi l’Europa e centralizzare il comando finanziario nelle triple A” sostiene la newsletter Controlacrisi.org. “Non è detto che ci riusciranno ma ci proveranno. Del resto hanno il fucile in mano, basta semplicemente pensare all’uso politico della BCE nel ricattare i paesi periferici a dismettere il patrimonio pubblico”.

Non c’è però solo la BCE, anche Bruxelles da una mano. L’Unione Europea liberista infatti giudica queste azioni privilegiate incompatibili con il mercato unico e l’Italia è già stata condannata nel marzo 2009 per questo motivo. Un nuovo verdetto negativo comporterebbe automaticamente multe salate. Nel mirino di Barnier è, in particolare, il potere di veto del Tesoro in merito all’acquisizione di titoli delle società oltre la soglia del 5% dei diritti di voto, in merito agli accordi degli azionisti (sempre sopra la quota del 5% dei diritti di voto) e in merito ad alcune decisioni delle imprese su fusioni e scissioni.  La questione delle golden share è particolarmente calda nel momento in cui sul tavolo del governo sembrano esserci nuove privatizzazioni. L’ondata riguarderebbe le municipalizzate, con la progressiva uscita del pubblico dai servizi locali, stavolta senza la scialuppa delle azioni privilegiate. 
La definitiva cannibalizzazione dell’Italia ad opera dei grandi gruppi capitalisti franco-tedeschi inizierà a breve e non faranno prigionieri. A meno che…….

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2 Commenti


  • luca

    qual è la fonte di questa informazione?
    grazie


  • marco4pres

    Mi accodo alla richiesta di Luca.

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