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“Siamo in recessione”

«Senza crescita anche gli altri punti del programma Monti diventano ineseguibili. Senza crescita anche l’equità e il rigore diventano obiettivi irraggiungibili e irrealizzabili».

Ma non si è risparmiato – da banchiere esperto – una martellata nei confronti dell’European Banking Authority, che ha nelle ultime settimane cambiato una serie di criteri di valutazione tali da proteggere le banche tedesche e affossare quelle italiane e spagnole (ma, sotto sotto, anche quelle francesi). «L’emergenza di oggi si chiama credito. La gestione del debito in Europa è stata mal fatta e le regole dell’Eba sono prive di saggezza. Le banche ora prenderanno una botta pazzesca e le risorse diminuiranno».

Soprattutto, ha voluto far capire che questo è – sì – il governo della governance europea, ma anche il “governo delle banche e delle imprese”. Sentite qui: «Se ci fossimo parlati prima forse vi sareste accontentati di meno»ha detto parlando agli industriali di Confindustria delle misure di sostegno alle imprese inserite nella manovra, ed in particolare di Ace, l’aiuto alla crescita economica per le Pmi, e dell’Irap.«Chi si poteva aspettare che un momento di tale difficoltà si intervenisse sull’Irap? Sei miliardi su Ace e Irap, due cose che Paese e imprese aspettavano da anni sono un buon punto di partenza».

Ex banchiere ed ex capoazienda di grandi gruppi, Passera si sente di casa in via dell’Astronomia. Accenna con un sorriso alle difficoltà del momento, con la recessione certificata oggi dal centro studi di Confindustria: «Per fare il ministro dello Sviluppo è il momento giusto». Promette che produttività e crescita sono oggi, come chiedono le imprese da tempo, una priorità anche per il Governo: «Lavoreremo insieme». E aggiunge: «Tutte le critiche vengono accettate. Ci siamo conosciuti in tutte le vite precedenti e siamo sempre gli stessi».

Te capì?

 

 

 

 

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da Il Sole 24 Ore

Confindustria: nel 2012 il Pil calerà dell’1,6%, pressione fiscale record. Disoccupazione al 9%

Sull’eurozona cade «l’inverno della recessione» che «in Italia è iniziata prima e risulterà più marcata» rileva il centro studi di Confindustria. Che prevede un crollo del Pil di 2 punti percentuali tra la scorsa estate e la prossima primavera. Le stime per il 2012 sono state tagliate dal +0,2% al -1,6%, per il 2011 dal +0,7% al +0,5%.

Lieto fine, ma rischio collasso
«L’esito più probabile» della crisi è una ripresa «dalla tarda primavera 2012»: il centro studi di Confindustria crede nel «lieto fine» ma avverte che saremo a un bivio «senza mezze misure» con dissolvimento dell’euro, fallimento di imprese e banche, milioni di posti lavoro persi, crisi del debito anche nei Paesi virtuosi.

Disoccupazione al 9% a fine 2012
Confindustria giudica «molto probabile che si attenui il reintegro delle persone in Cig, aumentino i licenziamenti, il tasso di disoccupazione salga più velocemente e raggiunga il 9% a fine 2012». Con altre 219 mila persone occupate in meno il biennio 2012-2013 si chiuderà con un calo di 800 mila da avvio crisi a inizio 2008.

Pressione fiscale record
La pressione fiscale “raggiungerà livelli record: 45,5% del Pil tra due anni, inclusi i tagli alle agevolazioni fiscali che dovranno scattare a partire dall’ultima parte del 2012. La pressione effettiva, che esclude il sommerso dal denominatore, supera abbondantemente il 54%”.

Manovra primo passo
La manovra – per il CsC – è «un primo passo nella direzione della crescita». Ne servono su «mercato del lavoro,ammortizzatori sociali, infrastrutture, costi della politica,semplificazioni amministrative,giustizia civile, istruzione e formazione, ricerca e innovazione,lotta a evasione accompagnata da abbattimento delle aliquote».

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Il documento del Centro Studi di Confindustria

pdfCentro Studi 1-Cap-1-1_Previsioni.pdf942.91 KB15/12/2011

pdfCentro Studi 2-Cap-1-2_commercio mondiale.pdf513.99 KB15/12/2011

Centro studi 3-Cap-2_Infrastrutture crescita competitività.pdf15/12/2011


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