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Chi terrorizza i banchieri di dio?

Quando avevamo scritto della vita spericolata dei banchieri di dio,non avevamo avuto ancora notizia delle manifestate preoccupazioni di uno di essi, Ettore Gotti Tedeschi, per la propria vita. La vicenda è emersa quando i carabinieri hanno bussato alla sua porta per una perquisizione relativa a una delle inchieste su Finmeccanica, in questo caso per alcune tangenti ed episodi di corruzione internazionale. Gotti Tedeschi non è indagato per questa inchiesta, ma i magistrati della Procura di Napoli erano convinti che tra le sue carte ci sia qualcosa di interessante nel merito della loro indagine. Fin qui nessuna novità straordinaria, abbiamo scritto e documentato molto sul “verminaio” Finmeccanica.

La notizia sta nella reazione di Gotti Tedeschi ai colpi che hanno bussato alla sua porta. L’ex presidente dello Ior (Istituto per le Opere Religiose), recentemente e bruscamente defenestrato dal suo incarico, ha ammesso con un sospiro di sollievo ai carabinieri che dovevano effettuare la perquisizione, di temere che quei colpi alla porta di casa fossero di chi era venuto per fargli la pelle. Si capisce che tale dettaglio non è roba da poco. Anche perchè dalle carte sequestrate dai carabinieri nella casa di Gotti Tedeschi è emerso un memoriale “a futura memoria” che il banchiere aveva affidato a tre persone di fiducia (il giornalista del Corriere della Sera Massimo Franco, il segretario del papa, Padre George, e un avvocato) con richiesta di renderlo pubblico qualora fosse stato ammazzato. Una preoccupazione non poco inquietante da molti punti di vista.

Risulta che negli allegati al memoriale approntato da Gotti Tedeschi, ci siano la corrispondenza con il card. Bertone, con la Segreteria di Stato del Vaticano e con il direttore dello Ior, Pietro Cipriani, a proposito delle normative antiriciclaggio, corrispondenze non tutte a conoscenza della Procura di Roma che proprio sullo Ior come snodo del riciclaggio ha aperto una inchiesta. Gotti Tedeschi scrive anche dello scontro durissimo che su questa materia ha dovuto ingaggiare con due potenti avvocati. Uno è lo statunitense Jeffrey Lena, che si occupa dell’accreditamento dello Ior nella normativa europea sullle banche ritenute affidabili. La lista viene elaborata e certificata da Moneyval, la struttura composta da un gruppo di esperti legali e finanziari del Consiglio d’Europa che si occupano della valutazione dei sistemi antiriciclaggio dei paesi membri. Gli ispettori di Moneyval erano stati in Vaticano a novembre del 2011 e c’erano ritornati a metà marzo di quest’anno. L’altro avvocato con cui Gotti Tedeschi si era scontrato duramente è l’avv. Briamonte, che fa parte dello studio legale di Franzo Grande Stevens (l’avvocato della Fiat per intendersi); è entrato recentemente nel CdA del Monte dei Paschi di Siena, ma è anche rappresentante degli interessi commerciali di Tel Aviv in Italia essendo socio fondatore della Camera di Commercio Italo-Israeliana. Secondo i magistrati con questo materiale sarà possibile dare un’occhiata ad una consistente quota di capitali israeliani e di altri paesi che transitano attraverso la banca Vaticana.

Il problema è notevole perchè riaprirebbe un capitolo sul riciclaggio di capitali sporchi israeliani che sembrava ormai chiuso. Infatti se fino al 2001 le operazioni finanziarie di Tel Aviv (soprattutto quelle della Bank Leumy, privatizzata nel 2005 e nel cui capitale è entrata anche Generali) comparivano nella lista nera del Moneyval, dal 2002 Israele e` stata cancellata dalla “black list” del GAFI (Groupe d’Action Financière sur le Blanchiment de Capitaux) riguardante i Paesi meno adempienti circa le normative internazionali contro il riciclaggio dei capitali. Nel 2003 e` stata anche cancellata dalla lista di Paesi sotto sorveglianza speciale. Quali capitali israeliani transitano o hanno transitato attraverso lo Ior?

Una nota ufficiale di Moneyval del 24 novembre 2011 ribadiva che:

Il Comitato di esperti del Consiglio d’Europa per la valutazione delle misure di lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo (MONEYVAL) è stato istituito nel 1997. Organo di monitoraggio del Consiglio d’Europa, è incaricato dal Comitato dei Ministri di valutare la conformità delle norme nazionali con quelle internazionali ed europee in materia di lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo e di formulare raccomandazioni alle autorità nazionali sui miglioramenti da apportare ai loro sistemi di AML/CFT. In tutto sono 28 gli Stati membri del Consiglio d’Europa sottoposti alle procedure di valutazione del MONEYVAL, come pure Israele e la Santa Sede (compreso lo Stato della Città del Vaticano)”.

L’attività antiriciclaggio delle istituzioni europee mantiene il livello di monitoraggio a tutto campo sui paradisi fiscali cercando di limitare la circolazione di capitali sporchi. Questi ultimi devono quindi trovare altre strade.

I carabinieri hanno portato via dalla casa e dall’ufficio privato di Gotti Tedeschi ben 47 faldoni di documenti che verranno “smazzati” tra la Procura di Roma (che indaga sul riciclaggio) e quella di Napoli (che indaga su Finmeccanica). Tra questi c’è anche il memoriale “salvavita” dell’ex presidente dello Ior che, secondo il suo avvocato “non ha consegnato spontaneamente, cioè per sua decisione, alcun materiale ai magistrati; i Pm hanno acquisito il materiale attraverso il sequestro”. Il materiale di uno dei faldoni, secondo alcune fonti, potrebbe innescare la più grande inchiesta giudiziaria sulle attività occulte dello Ior.

Si capisce allora il perchè del terrore del banchiere in quota Opus Dei, Ettore Gotti Tedeschi. Un terrore che ha un passato personale. Un altro banchiere di dio, Gianmario Roveraro, fondatore insieme a Gotti Tedeschi della banca d’affari Akros (e anche lui noto esponente dell’Opus Dei) in un sodalizio durato fino al 1992, sei anni fa venne sequestrato, ucciso e tagliato a pezzi. Gli autori vennero individuati in un socio d’affari e due mezze calzette. Poi il buio. Esattamente quello di cui ha una paura tremenda il banchiere di dio Ettore Gotti Tedeschi, che forse vedendosi sequestrato dai magistrati il suo memoriale ha stipulato una polizza sulla sua vita.

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