E non c’era ancora stato neppure il terremoto che ha colpito, in Emilia, una delle aree industriali più avanzate, con settori (come l’elettromedicale, ecc) sui cui si contava per trainare in quanlche modo un accenno di “crescita”.
Ad aprile 2012 – dice l’Istat – l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dell’1,9% rispetto a marzo. Nella media del trimestre febbraio-aprile l’indice è diminuito del 2,5% rispetto al trimestre immediatamente precedente.
Corretto per gli effetti di calendario, in aprile l’indice è diminuito in termini tendenziali del 9,2% (i giorni lavorativi sono stati 19 contro i 20 di aprile 2011). Nella media dei primi quattro mesi dell’anno la produzione è diminuita del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, ad aprile 2012, variazioni tendenziali negative in tutti i comparti. La diminuzione più marcata riguarda il raggruppamento dei beni intermedi (-12,8%), ma anche gli altri comparti presentano cali significativi: del 7,9% i beni di consumo, del 6,2% i beni strumentali e del 3,8% l’energia.
Nel confronto tendenziale, l’unico settore in crescita è quello dell’attività estrattiva (+6,5%). Le diminuzioni più ampie si registrano per i settori della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-15,6%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-14,7%), della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-12,1%) e della fabbricazione di prodotti chimici (-10,3%)
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