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Crolla il potere d’acquisto: -4,1%, aumentano i senzatetto

E’ difficile mantenere un tono “giornalistico” davanti alle cifre sfornate stamattina dall’Istat.

Nel secondo trimestre del 2012 la “propensione al risparmio” delle famiglie consumatrici, al netto della stagionalità, è stata pari all’8,1%, con una diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,5 punti percentuali rispetto al corrisponde trimestre del 2011. Significa che il margine del risparmio, per chi se lo può ancor apermettere, sta scendendo in misura sensibile.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è invece diminuito dell’1% rispetto al trimestre precedente, e dell’1,5% rispetto al corrispondente periodo del 2011.

Tenuto conto dell’inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel secondo trimestre del 2012 si è ridotto dell’1,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al secondo trimestre del 2011. Nei primi sei mesi del 2012, nei confronti dello stesso periodo del 2011, il potere d’acquisto ha registrato una flessione del 3,5%. Una nota è necessaria: non è mai andata così male dal 2000 a oggi.

La quota di profitto delle società non finanziarie è scesa al 38,5%, con una riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 2,1 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011. Significa che le aziende dell’economia reale stanno vedendo scendere i loro margini di guadagano; non c’è da mettersi a piangere o solidarizzare, ma da capire che “il privato” – specie ai livelli di piccola e media azienda – da solo “non ce la fa”.

Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 21%, è risultato inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2011. A conferma, dunque, gli investimenti di questo settore-chiave anche per l’occupazione va scendendo.

Aumenta anche il numero degli homeless.
Le persone senza dimora che nei mesi di novembre-dicembre 2011 hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta l’indagine (su circa 8.000) sono stimate in 47.648.
I dati sono il risultato della rilevazione condotta dall’Istat nell’ambito di una ricerca sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema, realizzata a seguito di una convenzione tra l’Istat, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (fio.PSD) e la Caritas italiana.
La stima è di tipo campionario ed è soggetta all’errore che si commette osservando solo una parte e non l’intera popolazione: di conseguenza, l’intervallo di “confidenza” all’interno del quale il numero stimato di persone senza dimora può variare, con una probabilità del 95%, è compreso tra 43.425 e 51.872 persone.
L’incidenza sul totale dei residenti risulta più elevata nel Nord-ovest, dove le persone senza dimora corrispondono a circa lo 0,35% della popolazione residente, seguono il Nord-est con lo 0,27%, il Centro con lo 0,20%, le Isole (0,21%) e il Sud (0,10%).

i dati completi dell’Istat.

pdfLe__persone_senza_dimora_-_09_ott_2012_-_Testo_integrale.pdf470.54 KB

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