Telecom Italia si prepara al Cda del prossimo 6 dicembre che potrebbe segnare una svolta per il futuro del’ex monopolista delle telecomunicazioni. Domani, secondo quanto riporta da giorni la stampa nazionale, dovrebbe riunirsi il Comitato esecutivo della società guidata da Franco Bernabè come è consuetudine prima di un consiglio importante.
E’ di questi giorni la notizia della disponibilità dell’imprenditore egiziano Naguib Sawiris a sottoscrivere un aumento di capitale fino a 5 miliardi di euro nella compagnia, prontamente ostacolata da Telefonica contraria all’ingresso nel capitale del magnate egiziano, preoccupata che dietro l’aumento di capitale, secondo indiscrezioni attendibili, ci sia il tentativo di utilizzare Telecom Italia come cavallo di troia per il mercato Sud Americano, tenuto conto dell’importante presenza in Brasile e in Argentina.
La risposta da parte di Sawiris non si è fatta attendere, dichiarandosi disponibile a comprare azioni Telecom in Borsa, nell’ordine del 7%, da apportare a Telco per arrivare tutti insieme al 29,5% e controllare congiuntamente la società operativa.
Lascia basiti anche l’ottimismo dichiarato dal Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera in linea con quele del presidente di Telecom italia Franco Bernabè, sui riflessi positivi di questa di questa operazione sul futuro del paese.
Vorremo far presente al Ministro Passera che grazie alla privatizzazione che avvene sotto il primo governo Prodi, con D’Alema sponsor dei “capitani coraggiosi” (definizione sua) come Roberto Colaninno, strategica per lo sviluppo del Paese sia finita nelle mani delle banche, passando per finanzieri alla Trochetti Provera rinviato a giudizio per dossieraggio, per l’apertura di ben tre processi per le intercettazioni telefoniche (Tavaroli & C.), per le “False Sim” (Luciani & C.) e per la “Frode Carosello” in T. I. Sparkle (Mazzitelli & C.) per poi magari finire nelle mani di paesi stranieri.
Tanta è l’incertezza di certi progetti, contestualmente alla benevola attenzione, che gli viene dedicata che addirittura stavolta ci tocca guardare agli USA che, prudentemente, hanno bloccato l’avanzata di Huawei e Zte, da cui noi acquistiamo molte apparecchiature, perché ritenute una minaccia alla sicurezza nazionale.
Proprio per questo riteniamo impropria la scelta politica, da parte da parte della Cassa Depositi Prestiti presieduta da Franco Bassanini, di utilizzare l’advisor Deutsche Bank per l’ingresso della stessa Cdp nella nuova newco della rete (mediante lo Spin Off di Open Access), siamo sicuri che l’advisor Deutsche Bank nelle sue valutazioni non faccia l’interessi di Deutsche Telekom nostro concorrente.
Crediamo che tutto il paese dovrebbe preoccuparsi del futuro dell’ICT. Per questo, tenuto conto della “rilevanza strategica” delle Telecomunicazioni per il futuro del nostro paese, siamo sempre di più convinti che le Telecomunicazioni per garantire la democrazia, l’accesso alla conoscenza, lo sviluppo e il lavoro, vadano riportate sotto il controllo dello Stato, affinché tutte le leve fondamentali dell’economia reale siano sottratte agli interessi privati e speculativi anche di paesi stranieri.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa