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MontePaschi. Un prestito nascosto di Bankitalia da 2 miliardi?

Leggiamo:

La voragine Mps
“La Banca d’Italia – scrive il WSJ – decise di sottoscrivere il prestito a ottobre 2011 perché Mps, la terza banca del Paese, era a corto di liquidità ed aveva in gran parte esaurito le sue possibilità di impegni con la Bce, secondo Banca d’Italia. All’epoca, Mps era immersa in un vortice di problemi intrecciati: la digestione di una costosa acquisizione nel 2008 di una banca rivale (Antonveneta, ndr.), il valore in calo del suo portafoglio di titoli di Stato italiani, che indussero la banca a una corsa contro il tempo per ridefinire l’assetto dei propri impegni con una complessa struttura di operazioni di finanziamento”.

Proprio queste operazioni sono ora al centro dell’inchiesta della magistratura senese.

Le comunicazioni ai mercati: tutto sotto controllo
“Né Bankitalia né Mps divulgarono all’epoca la notizia del prestito, per la preoccupazione che la divulgazione avrebbe creato panico sui mercati finanziari”, hanno detto fonti interpellate dal WSJ. Al contrario, in una conference call con analisti e investitori, i vertici di Mps descrissero la posizione di liquidità della banca come solida, perché l’istituto aveva coperto le necessità di rifinanziamento anche per il 2012″.

Un portavoce del Mps, raggiunto dal WSJ, ha rifiutato di commentare queste notizie: sia il prestito di Bankitalia, sia le comunicazioni della banca in quel periodo.

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Fin qui il Wall Street Journal. Una prassi del genere è al limite delle possibilità operative della Banca d’Italia. Soprattutto, la notizia vien data a pochi minuti di distanza dall’intervento del presidente della Bce, Mario Draghi, allora governatore a Palazzo Koch, in cui la viglianza su MontePaschi veneiva definita “corretta”, rivendicando la decisione di firmare in prima persona il rapporto sull’esame condotto su Mps.
Ecco come IlSole24Ore aveva riassunto la parte del discorso di Draghi riferita alla banca senese:

Secondo Draghi su Mps «la Banca d’Italia ha fatto tutto quel che doveva in maniera appropriata e tempestiva». Il presidente della Bce lo ha detto rispondendo alle domande della stampa sul ruolo della vigilanza nel caso Mps (Draghi è stato Governatore della Banca centrale dal 2006 al 2011). Anche l’Fmi, ha ricordato Draghi, che era in missione in Italia per valutare il settore finanziario, ha dato la stessa valutazione, affermando «pubblicamente che che la Banca d’Italia ha agito in modo appropriato per risolvere i problemi di Mps con una vigilanza adeguata e seguendo i passi dovuti da questo punto di vista».

Su Mps, Draghi ha sottolineato che «sarà cruciale che la banca continui sulla strada della riorganizzazione già avviata per ritrovare solidità e redditività». «Sono stato io – ha ricordato Draghi – a firmare entrambe le ispezioni presso Mps e la Banca d’Italia ha fornito tutta la documentazione possibile alle autorità. Quando ci si trova di fronte a una frode, è utile ricordare che le Banche centrali non hanno poteri di polizia».

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