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Bernanke si arrende: “ripresa molto lontana”

Chissà se ha mandato prima un telegramma a Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni, almeno per avvertirli che c’è un “contrordine”; la ripresa non c’è  e non ci sarà. In ogni caso, non saranno gli Stati UNiti a trainarla, nonostante la spaventosa quantità di dollari freschi di stampa immessi sul mercato.

Come sempre bisognerà attendere le “minute” della riunione della Fed, ieri, per capire meglio in base a quali dati Bernanke ha poi parlato in sede di conferenza stampa. Ma il suo discorso è già così abbastanza chiaro e sepppellisce gli “ottimismi” insieme ai giornalai prezzolati che provano – inutilmente – a diffonderli.

Vediamo meglio.

Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve ormai prossimo all’uscita in favore della vice, Janet Yellen, ha spiegato senza mezzi termini che l’economia americana è ancora molto lontana da dove sarebbe “auspicabile” fosse e ci vorrà “ancora più tempo prima che la politica monetaria torni a un corso più normale”.

Bisogna capire che il presidente della Fed parla soprattutto ai “mercati” e quindi deve mettere tutti al corrente di una situazione “inattesa”, densa quindi di rischi, ma deve anche evitare  di  spargere il panico.Quindi deve bilanciare la brutta notizia (“niente ripresa nell’economia reale”) con quella buona (“continueremo a buttare dollari dall’elicottero”, proseguendo il programma di acquisti di titoli tossici a botte da 85 miliardi di dollari al mese).

Le variabili che la Fed deve istituzionalmente tener presenti sono la disoccupazione interna e l’inflazione Usa. A questo scopo deve stabilire con accortezza i tempi del  tapering (la graduale riduzione delle immissioni di liquidità sui mercati), mentre ha ormai perso la possibilità di giocare al ribasso sui tassi di interesse (ridotti a zero, come anche per la Bce).

Anche la predestinata Yellen sa di doversi muovere su un terreno scivoloso. Negli scorsi mesi, da una posizione meno esposta, aveva lanciato diversi “warning”: “i lavoratori e le loro famiglie stanno pagando un costo elevato per la deludente lentezza di questa ripresa. C’è il rischio di infliggere danni duraturi al mercato del lavoro e alla capacità produttiva dell’economia”.

I tassi di interesse “è probabile che restino vicini allo zero per un considerevole periodo dopo che il programma di acquisti sarà terminato”, ha ribadito Bernanke. L’economia degli Stati Uniti ha bisogno di aiuti consistenti e perciò “la politica monetaria resterà accomodante molto dopo che una delle soglie fissate per i tassi sarà superata (…) è anche importante notare che le soglie non sono automatiche e che, quando una viene superata, il Fomc non dovrà necessariamente rialzare i tassi immediatamente”.

Ma di “ripresa”, per ora, è meglio non parlare….

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