Meriterebbe una insurrezione come minimo sindacale dell’indignazione la vicenda dell’accordo trilaterale tra governo, ferrovie e Alitalia-Etihad. La firma dell’accordo che porterà i treni ad alta velocità fin dentro gli aereporti di Roma, Milano e Venezia, costerà infatti circa tre miliardi di euro. Lo ha confessato candidamente il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi firmando, al Meeting della sua Comunione e Liberazione a Rimini (non nella sede del ministero o delle ferrovie) un protocollo di intesa in tal senso con il l’Amministratore Delegato delle ferrovie Michele Elia. La spesa prevista sarà di un miliardo per Fiumicino e Malpensa e di poco meno di un miliardo per Venezia. L’intesa, firmata al meeting di Comunione e liberazione a Rimini, impegna da una parte il gruppo Fs a realizzare i primi studi di fattibilità entro la fine di quest’anno, e dall’altra il ministero dei trasporti a trovare le risorse e le coperture finanziarie entro il 28 febbraio 2015 (ovvero entro sei mesi). Ma si è’ anche scoperto – e questo è ancora più grave – che la creazione dei collegamenti ferroviari ad alta velocità negli aereporti in questione e il rafforzamento delle infrastrutture, era una condizione che Etihad (la compagnia aerea degli Emirati arabi uniti) aveva imposto già prima dell’accordo con Alitalia, sottoscritto lo scorso 8 agosto. Oggi è previsto un consiglio di amministrazione dell’Alitalia, nella quale verranno definite le nuove scelte strategiche dopo l’ingresso di Etihad, che potrebbero comprendere anche l’eliminazione di una dozzina di tratte aeree a corto e medio raggio. Insomma ancora una volta vengono spesi soldi pubblici per soddisfare appetiti meramente privati. E come se non bastasse la voracità dei capitani d’industria “de noantri” adesso c’è da sfamare anche quella degli sceicchi del Golfo.
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