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Le corporation del web in Italia pagano briciole di tasse

Il Rapporto annuale di Mediobanca rivela che nel 2020 le filiali italiane delle corporation del web e del software – definite come società WebSoft – hanno versato al fisco italiano meno di 80 milioni di euro (erano 70 mln nel 2019), per un tax rate effettivo del 31,4%. Se si considerasse anche la Digital Service Tax, per la quale solo due società hanno stanziato un fondo, si arriverebbe a un totale di tasse da versare nel 2020 di oltre 101 milioni, pari a un tax rate del 40%.

Le WebSoft presidiano l’Italia tramite società controllate ubicate in gran parte nelle province di Milano e Monza-Brianza. Il fatturato aggregato delle filiali italiane nel 2020 ha raggiunto i €4,6 mld occupando oltre 13mila lavoratori. Rispetto al 2019 si calcolano quasi tremila dipendenti in più, in massima parte assunti dalle società del Gruppo Amazon che vanta il maggior numero di occupati in Italia (8.193 unità nel 2020)” – scrive Mediobanca.

“E il fisco italiano? Nel 2020 le filiali dei giganti del WebSoft hanno versato al fisco italiano quasi €80 mln per un tax rate effettivo del 31,4%. Considerando anche l’accantonamento per il pagamento della Digital Service Tax, il tax rate salirebbe al 40%”.

Il Sole 24 Ore sottolinea come sulla Webtax, ci sia stato tanto rumore per nulla (o comunque per poco) ma non per il Fisco italiano che “dai giganti digitali potrebbe ottenere almeno sette volte di più delle tasse sugli utili incassate oggi“.

Lo scorso anno circa il 40% dell’utile ante imposte delle 25 multinazionali del web e del software è tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale di 10,7 miliardi di euro nel 2020 e di 24,5 miliardi nel 2018-2020.

Se si osserva il triennio 2018-2020 emerge che la tassazione in paesi con fiscalità agevolata ha consentito per Tencent, Microsoft e Alphabet un risparmio fiscale rispettivamente di 7,7, 5,4 e 4,5 miliardi.

L’aliquota media effettiva delle WebSoft nel 2020 è stata pari al 12,8%, inferiore a quella media teorica del 22,4%. Facendo una simulazione con l’applicazione della Global Tax, il tax rate effettivo nel 2020 salirebbe solamente al 13,9%.

L’aspetto qualificante della riforma fiscale applicata alle WebSoft, sottolinea Mediobanca, consiste infatti più nella redistribuzione delle basi imponibili fra i Paesi (+3,6%) che nell’effettivo aumento della pressione fiscale.

Mediobanca sottolinea poi che l’incremento del valore in Borsa delle società WebSoft è stato del +87,8% nel 2018-2020 e del + 20,7% dal dicembre 2020 al 15 ottobre 2021.

A fine 2020 la loro capitalizzazione aggregata valeva quasi dieci volte l’intera Borsa italiana. Al 15 ottobre 2021 il podio della Borsa è occupato da Microsoft (€1.969 mld), seguita daAmazon (€1.488 mld) e – a molta distanza – da Alphabet (€733 mld).

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