Un articolo del quotidiano francese Le Figaro, scrive che “I vicini dell’Ucraina nell’Europa orientale stanno pagando a caro prezzo per facilitare le sue esportazioni agricole”. .
Secondo il giornale “Un’ondata di rabbia ha travolto i villaggi dell’Europa orientale. Polacchi, rumeni e bulgari sono indignati per l’afflusso incontrollato di grano dalla vicina Ucraina“.
Di fronte al grano ucraino a buon mercato, gli agricoltori polacchi non possono vendere i loro prodotti, quindi “condannano questa concorrenza sleale degli ucraini“, scrive Le Figarò.
E’ importante rammentare che nel maggio 2022, l’Unione Europea ha abolito i dazi doganali per un anno su tutti i prodotti agricoli importati dall’Ucraina per sostenerne l’economia.
Di conseguenza, è iniziata una concorrenza sfrenata nei porti europei, e “sono stati i prodotti dall’Ucraina che sono riusciti ad andare avanti, perché qualcuno ha dato loro privilegi”, riassume Le Figaro.
I primi ministri di diversi paesi europei dell’Est hanno chiesto alla presidente della Commissione europea von Der Leyen di intervenire nella crisi causata dall’afflusso di grano dall’Ucraina.
L’appello è stato presentato dai rappresentanti Romania, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia. La lettera segnala i problemi dovuti “da un aumento significativo della fornitura di prodotti ucraini ai mercati dei paesi membri dell’UE, in particolare quelli confinanti con l’Ucraina o situati vicino ad essa”.
Anche il think thank italiano Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) scrive due giorni fa che la concessione de facto del regime preferenziale di unione doganale alle merci ucraine e la tolleranza applicata nei confronti dei diversi standard qualitativi e sanitari dei prodotti “hanno provocato un vero allarme in quei Paesi limitrofi con simili economie produttive”.
Le importazioni di grano ucraino in Romania, stimate in 1,17 miliardi di euro l’anno scorso, hanno fatto crollare il prezzo del grano rumeno costringendo i contadini locali ad ammassare il raccolto nei silos, o ancor peggio, a lasciar marcire il grano nei campi.
Nello stesso periodo, le importazioni di pollo ucraino in Polonia sono cresciute dell’80% rispetto all’anno precedente, fino a spingere gruppi contadini polacchi esasperati a tentativi di blocco delle solidarity lanes della Ue con l’Ucraina.
Le numerose proteste hanno ricevuto il supporto del Commissario europeo (polacco ) all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, che il 20 marzo ha chiesto agli Stati membri il via libera per sbloccare 56 milioni di euro dal fondo di riserva d’emergenza della Politica Agricola Comune (PAC) per alleviare i danni derivanti dalla distorsione dei mercati centro-europei dovuta all’influsso di derrate ucraine.
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Binazzi Sergio
provo immenso piacere nel leggere questo articolo, e dire che polacchi è altri si vantano tanto della stretta alleanza con il zelensky
Nando
È l’Ucraina, bellezza! Del resto che cosa attendersi da quella masnada di fancazzisti corrotti e minus habens che stanno portando l’«Europa» (come amano sempre definire l’UE in maniera propagandistica i media più servili) alla catastrofe senza via di ritorno? E nel frattempo stringono sempre di più il cappio al collo delle classi popolari che dell’UE fanno già parte…
Fiorella
Ne abbiamo veramente piene le scatole dell’Ucraina del loro presidente. Non sapevamo nemmeno dove fosse conoscevamo solo le badanti ucraine il che è tutto dire…….
Come mai per gli altri paesi in guerra ci voltiamo dall’altra parte?
Quello che fanno ora i russi, gli americani e la nato lo fanno da sempre: bombardano, invadono, uccidono poi imprigionano i giornalisti che mostrano le loro porcate vedi caso Assange
Povero mondo