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Adesso il rating viene tagliato… agli Stati Uniti

Siamo abituati a sentire notizie così “l’agenzia X ha tagliato il rating sul debito del paese Y”. Che si tratti dell’Italia o dell’Argentina, dell’Egitto o del Messico – paesi insomma di seconda o terza fascia –  la notizia non scuole la nostra attenzione per più di un secondo.

La speculazione sul debito pubblico di qualsiasi paese viene veicolata sapientemente da decenni, e nessuno ci fa più caso…

Ma stavolta a subire l’oltraggioso “declassamento del debito” sono nientepopodimeno che gli Stati Uniti!

Non è “normale”. Sta succedendo qualcosa e persino le agenzie di rating (tutte Usa, quelle principali) registrano gli smottamenti.

Il sito specializzato Borse.it presenta così l’evento:

Fitch ha rivisto al ribasso il rating degli Stati Uniti dalla tripla A, AAA, a AA+.

L’agenzia di rating ha motivato il downgrade con le aspettative di “un deterioramento fiscale nel corso dei prossimi tre anni”, la crescita in generale del peso del debito federale, e l’erosione degli standard di governance.

Le continue crisi politiche volte ad alzare il tetto sul debito Usa e gli accordi che vengono raggiunti all’ultimo minuto – ha continuato Fitch – hanno eroso la fiducia nella gestione” dei conti pubblici Usa.

Il ministro dell’economia Janet Yellen, ex presidente della Federal Reserve (la banca centrale statuinitense) ha irritualmente commentato la decisione di un “soggetto del mercato” dicendosi niente affatto d’accordo.

Il significato immediato della decisione è semplice: gli Stati Uniti dovranno pagare interessi maggiori sul proprio debito pubblico, ormai arrivato a livelli tali che mai verrebbero ammessi nell’Unione Europea: 31,4mila miliardi dollari, ossia il 129% del Pil del 2022.

Un problema, certamente, visto che i treasury – i titoli di stato Usa – erano considerati moneta corrente e senza problemi.

Ma il taglio del rating, sia pur minimo, segnala che il processo di “de-dollarizzazione” dell’economia mondiale – dopo trenta anni di cosiddetta “globalizzazione” – è ormai così evidente da costringere persino le agenzie usa a rivedere il giudizio sul proprio paese.

Che diventa così un po’ più “normale”, un paese tra gli altri, certamente potentissimo e ancora ricco, ma non più il “dio in terra” che dispone del mondo a suo piacere.

Un’ottima notizia per il resto del ondo. Ma anche la spiegazione del perché gli Stati Uniti stiano così stolidamente ma pervicacemente accendendo crisi militari contro competitor del livello di Russia e Cina, schiacciando – en passant – l’economia europea.

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4 Commenti


  • Giallo

    il mondo sta mollando il dollaro. tra pochi anni sarà carta straccia. il BRICS è cominciato, ci vorrà qualche anno, ma il cambiamento è irreversibile. Il nuovo sistema di pagamento tra stati FMTS sarà indipendente dallo SWIFT.


  • Sebastiano Di Liberto

    l’America si rassegni al dominio mondiale. Cessi questa stupida guerra contro la Russia e convinca Zelenski che gli conviene mollare il don Bass alla Russia. Solo così avremo.un multilateralismo di pace ed ognuno accetterà le proprie zone di influenza nel rispetto dell’altro


  • paolo regolini

    Sì, a patto che gli USA, nella prepotenza della loro disperazione, non abbiano già provveduto a far macerie dei BRICS, per dominare ancora (da pezzenti quali sono) sul nulla che resterà di loro e del mondo intero.
    paolo regolini


  • Nuccio Viglietti

    Ma ancora qualcuno dà minimo credito a queste immonde agenzie rating?… vere proprie armi nucleari tattiche puntate su marea di stati sudditi… grimaldelli per estorsioni in atto da decenni!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/

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