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La benzina continua a salire. Inutili le misure del governo

I  prezzi alla pompa continuano a salire, nonostante l’inutile obbligo di esporre ai distributori i cartelli col prezzo medio dei carburanti.

Dall’aggiornamento dei dati forniti dal Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), i carburanti risultano ancora in salita per il self service sulla rete autostradale, con un prezzo medio di 2,019 euro al litro.

Il 14 agosto il prezzo era di 2,015 euro. Il gasolio self, sempre in autostrada è a 1,928 (1,921 alla vigilia di ferragosto), il Gpl servito è stabile a 0,842 euro come il metano a 1,528 euro.

Il ministro Adolfo Urso continua a concionare affermando che: “Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania“. E rivendica che l’esposizione dei cartelloni con il prezzo medio, è una misura “risultata pienamente efficace che ha consentito, in un sistema di mercato, di contrastare la speculazione, dando piena trasparenza e quindi consapevolezza e capacità di scelta al consumatore“.

A Ferragosto la Guardia di finanza ha “intensificato i controlli a tutela dei cittadini“, ma i primi risultati evidenziano che l’adeguamento alle nuove regole è del tutto insufficiente. Dal primo agosto sono stati effettuati 1.230 interventi trovando irregolarità in 325 casi, con 789 violazioni contestate.

Il ministro Urso in un’intervista ha affermato che “i prezzi dei carburanti hanno cominciato a salire da quando l’Opec, il cartello dei paesi arabi alleati con la Russia ha cominciato a tagliare la produzione per far salire i prezzi del barile. Un aumento che si scarica sul consumatore“.

Il prezzo del carburante è determinato da diverse voci. Il 58% della cifra riguarda la componente fiscale, ovvero Iva e accise mentre il 42% è costituita dal prezzo industriale che include i costi della materia prima e quelli commerciali, amministrativi e logistici.

Alcune associazioni dei consumatori hanno presentato un esposto alla Guardia di Finanza chiedendo al governo di modificare i prezzi estremamente alti dei carburanti. Complessivamente lo Stato ha già incassato 2,27 miliardi in una sola settimana di esodo estivo. Il taglio delle accise costerebbe circa un miliardo di euro al mese.

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