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Ricchi si nasce, anzi si eredita. Altro che “imprenditori di se stessi”

La ricchezza, diversamente dalle balle che ci propinano, non viene “creata dai privati”. Molto più spesso si “eredita”, senza fare neanche un minimo sforzo.

Il quotidiano Milano Finanza segnala il nuovo report – Billionaire Ambitions Report 2023 – curato dall’Ubs, il gigante bancario svizzero.

Da esso si desume, secondo MF che “miliardari stanno accumulando più ricchezza attraverso l’eredità che non attraverso le proprie attività”. Non solo. Dal report risulta che sta guadagnando slancio “il più grande trasferimento di ricchezza registrato dall’avvio dello studio, nel 2015”.

Il report di quest’anno ha rilevato che la maggior parte dei miliardari che hanno accumulato ricchezza nell’ultimo anno lo ha fatto attraverso l’eredità e non attraverso l’imprenditorialità. Questo è un tema che ci aspettiamo di vedere sempre più spesso nei prossimi 20 anni, dato che oltre 1.000 miliardari passeranno ai loro figli una cifra stimata di 5.200 miliardi di dollari”, ha dichiarato a Milano Finanza Benjamin Cavalli, Head of Strategic Clients di Ubs Global Wealth Management.

Lo studio dell’Ubs di quest’anno ha rilevato come sempre più miliardari stanno trasmettendo la loro ricchezza alla generazione successiva. Nell’ultimo anno, in 53 hanno ereditato un totale di 150,8 miliardi di dollari, superando il totale di 140,7 miliardi di dollari degli 84 “nuovi miliardari” diventati tali senza eredità.

Il 68% dei miliardari intervistati con ricchezza ereditata ha dichiarato di voler continuare e far crescere ciò che i genitori hanno raggiunto in termini di business, brand o asset.

Il 66% dei miliardari “di prima generazione” considera la potenziale recessione degli Stati Uniti la loro preoccupazione principale, seguita dalle tensioni geopolitiche (62%). Gli eredi, invece, sono preoccupati per le pressioni inflazionistiche (57%), per la disponibilità e per il prezzo delle materie prime (52%).

Sia la vecchia guardia dei Paperoni sia gli eredi (i Paperini?) concordano però sulle opportunità e sui rischi dell’Intelligenza Artificiale (IA). Il 65% ritiene che l’IA offra una delle maggiori opportunità commerciali per il proprio business operativo nei prossimi 12 mesi. Mentre la tecnologia acquista sempre più importanza, il 58% ritiene che il rischio maggiore sia rappresentato da una minaccia informatica o da un hacking.

Per quanto riguarda gli investimenti, il 43% dei miliardari della vecchia guardia intende aumentare la propria allocazione al private debt (obbligazioni emesse da società non quotate in Borsa) nei prossimi 12 mesi e il 38% prevede di aumentare le partecipazioni in obbligazioni dei mercati sviluppati. Gli eredi prediligono il private equity.(cioè il rilevare quote di una società).

Tra gli eredi miliardari lo studio dell’Ubs rileva un forte spinta imprenditoriale e molti prendono in esame opportunità diverse dall’ingresso nei vertici del business familiare.

Più della metà dei 53 eredi intervistati sta scegliendo di allontanarsi da questa strada, optando per carriere più adatte alle proprie ambizioni, competenze e circostanze”. Tra queste risultano anche attività di tipo filantropico, soprattutto sui temi ambientali.

Analizzando le dinamiche della ricchezza privata, Milano Finanza scrive che “a livello globale, la ricchezza dei miliardari si è parzialmente ripresa nel periodo 2022/2023, grazie a quelli a capo di business nei settori consumer e retail in Europa, dopo essere diminuita di quasi un quinto nei 12 mesi precedenti, durante la pandemia”.

Nell’ultimo anno il numero di miliardari nel mondo è aumentato del 7%. Sono passati da da 2.376 a 2.544 e la loro ricchezza è aumentata del 9%, passando da 11 mila miliardi di dollari a 12 mila miliardi di dollari.

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