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L’Unione Europea si affida al “guru” Draghi per la competizione globale

Dopo il pellegrinaggio di leader politici nella sua residenza, il “guru” Draghi è atteso oggi al vertice europeo in corso a Budapest. I 26 capi di stato dell’Unione Europea – assente solo lo spagnolo Pedro Sanchez mentre il cancelliere tedesco, Scholz, è arrivato nella serata di ieri a causa della crisi del suo governo – si confronteranno oggi a Budapest con l’ex premier ed ex presidente della Bce, Mario Draghi, che a settembre ha presentato il suo rapporto sul Futuro della competitività europea.

Quello di Budapest è però un vertice europeo pieno di “anatre zoppe” (da Macron a Sholtz) che vedono in profonda crisi sia lo storico asse franco-tedesco che la coesione interna della Ue, visto che molti paesi – a cominciare dall’Italia – sembrano prendere ordini più da Washington che da Bruxelles. Con Trump alla Casa Bianca dovranno scegliere tra autonomia strategica e subalternità atlantica, e la cosa – nonostante il ritrovato blocco euroatlantico intorno alla guerra contro la Russia – appare senza meno compatibile.

Entro giugno 2025 la Commissione Europea dovrà presentare una nuova strategia per il mercato unico. Il rapporto di Draghi sulla competitività prevede di avviare senza indugio misure per i finanziamenti pubblici e privati a favore dell’industria militare europea; dare priorità ad una strategia industriale completa per industrie competitive, con particolare attenzione alle industrie tradizionali in transizione (vedi l’automotive); raggiungere l’obiettivo del target di spesa del 3% del Pil in ricerca e sviluppo entro il 2030; costruire un’Unione dell’energia; presentare la proposta legge per l’economia circolare, con attenzione sulle materie prime critiche.

E’ possibile” destinare il 2 per cento del Pil per la difesa rispettando il patto di stabilità ma “bisognerà prendere tutta una serie di decisioni. In questo è inutile dire se è possibile o no. Oggi bisogna decidere cosa fare” ha affermato Draghi, arrivando alla riunione informale dei Capi di Stato o di governo del Consiglio europeo, in corso a Budapest.

Oggi si parlerà del rapporto sulla competitività in Europa. Le indicazioni di questo rapporto sono già urgenti, data la situazione economica in cui siamo oggi. Sono diventate ancora più urgenti dopo le elezioni negli Stati Uniti. Non c’è alcun dubbio che la presidenza Trump farà grande differenza nelle relazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa. Non necessariamente tutto in senso negativo, ma certamente noi dobbiamo prenderne atto” ha aggiunto Draghi.

Alla domanda su cosa la Ue deve aspettarsi dall’amministrazione Trump Draghi ha risposto che: “Si sa poco di quello che succederà esattamente, ma una cosa sembra più sicura delle altre e cioè che Trump darà impulso ai settori innovativi e proteggerà le industrie tradizionali, che sono proprio le industrie dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti. Quindi dovremo negoziare con l’alleato americano, con uno spirito unitario in maniera tale da proteggere anche i produttori europei”.

Alla richiesta di indicare se la Ue è pronta a una guerra commerciale con gli Stati Uniti, Draghi ha ribadito: “Ho appena detto che bisogna negoziare con l’alleato americano in maniera tale da proteggere anche i nostri produttori europei”.

 

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