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La bolla che rende nervoso Trump

L’isteria di Trump ha a che fare con i decisi segnali di una profonda crisi economica e finanziaria.

La bolla dell’Intelligenza Artificiale continua a gonfiarsi, alimentata da due elementi assai insidiosi. Il volume degli investimenti annunciati dalle principali Big Tech è enorme, a fronte di risultati reali decisamente assai più modesti; tali annunci sono resi possibili però da una gigantesca emissione di obbligazioni, pari a circa 180 miliardi di dollari in pochi mesi, acquistate in larga parte dai grandi fondi finanziari, azionisti delle stesse Big Tech, in direzione delle quali continuano a far convergere il risparmio globale con una moltitudine di strumenti finanziari.

Quindi, grandi programmi di investimento, grandi emissioni obbligazionarie acquistate in primis dalle Big Three e grandi acquisti, sempre ad opera delle Big Threee di azioni delle società dell’IA. Così Nvidia è arrivata a valere oltre 5000 miliardi di dollari, con un rapporto tra prezzo e utili assolutamente inconcepibile.

E’ evidente però che l’economia reale non ha bisogno solo di liquidità che gonfia la bolla, ma di acquisti reali, di consumatori in carne ed ossa che comprano i prodotti altrimenti la bolla, appunto, non tiene.

Le prime indicazioni, in tal senso, provengono dal mondo del lavoro USA dove sono spariti rapidamente 1 milione di posti di lavoro, in larga parte scomparsi nel settore dell’Intelligenza artificiale e non certo solo per la volontà di sostituire la manodopera con la stessa IA.

Senza lavoro e senza consumi anche il più raffinato e potente capitalismo finanziario rischia il tracollo, anche perché il suo livello di concentrazione è diventato enorme: una decina di società – big tech appunto – valgono oltre il 30% dell’intero listino S&P 500.

Alla luce di ciò l’esplosione di una simile bolla sarebbe devastante, come dimostrano i numeri: nel 2009 il risparmio gestito dai grandi fondi finanziari era pari a 52 mila miliardi di dollari, oggi siamo a 128 mila miliardi, come detto concentrati in una manciata di titoli.

Il risparmio occidentale è stato finanziarizzato, concentrato e ora è a rischio perché stanno crollando i consumi e il lavoro viene sempre meno retribuito e scompare. In questa vicenda c’è un particolare capitolo italiano.

La bolla americana sta per esplodere anche perché i crediti di molte società, in particolare della componentistica auto e dell’Intelligenza Artificiale, sono stati cartolarizzati da alcuni grandi fondi, a cominciare da KKR, oggi in grande tensione.

Bene (meglio: molto male), KKR possiede il 60% della società che controlla la rete fissa italiana…

* da Facebook – docente nella Facoltà di Scienze Politiche all’Università di Pisa

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