A nemmeno 24 ore dalla conclusione del campionato di serie B, è partita l’operazione che mira a chiudere l’inchiesta.
Fa un po’ ridere leggere che gli agenti del Servizio centrale operativo (gli stessi che stanno indagando sulla bomba di Brindisi, per capirci) “hanno eseguito una serie di arresti e perquisizioni in Italia e all’estero nei confronti di soggetti appartenenti ad un’organizzazione transnazionale dedita alle combine degli incontri di calcio”. C’è un certo divario tra lo strumento repressivo e la “pericolosità sociale” dei repressi. Ma è ragionevole che ai piani alti del governo siano molto preoccupati per la possibile rottura della credibilità di quello che ha sotituito, perlomeno in Europa, la religione come “oppio dei popoli”.
I 19 provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal Gip del tribunale di Cremona Guido Salvini (il magistrato che alla fine ha trovato la verità su Piazza Fontana, va sempre ricordato, nonostante decenni di depistaggi), nell’ambito dell’inchiesta ‘Last Bet’, che nel giugno e nel dicembre dell’anno scorso ha portato a diversi arresti. Anche gli indagati di questa nuova tranche dell’inchiesta devono rispondere dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva.
10 degli arrestati sono ex giocatori e calciatori di A, B e Lega Pro. Il nome più noto è certamente quello del capitano della Lazio, Stefano Mauri. Il secondo è l’ex giocatore del Genoa, ora al Padova, Omar Milanetto.
Gli investigatori avrebbero ricostruito che sia Mauri sia Milanetto erano disponibili, in cambio ovviamente di denaro, a combinare gli incontri delle loro rispettive squadre. Sarebbero stati anche accertati diversi contatti tra i giocatori e gli esponenti dell’organizzazione criminale.
Perquisito questa mattina alle 4, anche l’abitazione di Fenis di Sergio Pellissier, attaccante del Chievo coinvolto nell’inchiesta sul calcioscommesse. Analoga ispezione è avvenuta nella casa di Verona del giocatore, che risulta essere indagato.
Tra l’altro la polizia è entrata nella sede del ritiro della nazionale, che si sta preparando per gli europei, per eseguire perquisizioni nei confronti di Domenico Criscito, ex difensore del Genoa – ora in Russia allo Zenit di San Pietroburgo. Gli agenti sono arrivati a Coverciano alle 6.25, quando la nazionale di Prandelli ancora dormiva, e attualmente sono ancora all’interno di Coverciano. In mattinata, è attesa la diramazione della lista dei 23 azzurri per Euro 2012, nella quale era prevista la presenza di Criscito. Che a questo punto certamente non ci sarà, conoscendo la serietà di Prandelli.
Col passare delle ore aumentano ovviamente i dettagli: tra le carte ci sarebbe anche il resoconto di un summit in un ristorante genovese, il 10 maggio 2011, nei giorni precedenti la partita Lazio-Genova, cui parteciparono Giuseppe Sculli, il calciatore della nazionale Domenica Criscito, un pregiudicato bosniaco e due dei maggiori esponenti degli ultrà del Genova. L’incontro è stato documentato dagli agenti della polizia che hanno condotto le indagini. Anche i tifosi, insomma, almeno nelle frange organizzate dai “sacerdoti dell’appartenenza al nulla”, ne escono parecchio a pezzi.
Nel novero delle perquisizioni ce ne sarebbe una anche a carico di Antonio Conte, allenatore della Juventus. Il tecnico sarebbe indagato in relazione al periodo in cui era allenatore del Siena.
Prevedibile a questo punto anche uno sconvolgimento delle classifiche dei campionati, perché in qualche caso si era già accennato a una “responsabilità oggettiva” di diverse società nelle combine delle partite.
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