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Turchia: l’Akp salva gli ex ministri corrotti, niente processo

Il parlamento turco ha respinto la richiesta di rinviare a giudizio quattro ex ministri che si erano dovuti dimettere alla fine del 2013 a causa della pubblicazione di una serie di intercettazioni che fecero scoppiare uno scandalo politico di enormi dimensioni, con lo stesso Recep Tayyip Erdogan ed altri importanti dirigenti del suo partito finiti nel mirino di pesanti accuse di corruzione.
Grazie ai voti del partito governativo, il liberal-islamista Akp, che possiede la maggioranza assoluta nella Grande Assemblea di Ankara, gli ex responsabili del ministero dell’Economia (Zafer Caglayan), dell’Interno (Muammer Guler), dei rapporti con l’Unione europea (Egemen Bagis) e dell’Ambiente e la Pianificazione urbana (Erdogan Bayraktar) non saranno processati.
Contro il processo per Caglayan hanno votato 264 deputati, 258 si sono espressi contro il rinvio a giudizio di Guler, 255 i voti contrari a portare in tribunale Bagis per rispondere delle accuse di corruzione, mentre 288 hanno difeso Bayraktar. Ma se i quattro ex ministri sono salvi, fa notare il quotidiano di centrosinistra Hurriyet, il voto ha chiaramente diviso il partito governativo che fa capo all’ex premier e oggi presidente della repubblica Erdogan. 

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