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Diecimila contro la S(cu)òla di Renzi. Lavoratrici asserragliate in assessorato

Con in testa lo striscione ‘Disegno di legge la buona scuola bocciato! La scuola la cambiamo noi’’, diecimila tra insegnanti e altri lavoratori della scuola hanno attraversato questa mattina le vie del centro storico della capitale, sfilando da piazza della Repubblica a piazza Santi Apostoli. Insieme a loro anche alcune delegazioni dei vigili del fuoco e degli ex Lsu hanno protestato contro il Governo Renzi rispondendo all’appello di Usb, Unicobas, Anief e altri sindacati di base (Orsa e Cub), mentre la Confederazione Cobas ha preferito rimandare la protesta al prossimo 5 maggio, unendosi ai sindacati confederali. L’iniziativa è proseguita poi nel pomeriggio sotto le finestre di Montecitorio, mentre gli ex Lsu si sono spostati al Miur in Viale Trastevere per denunciare gli effetti disastrosi delle esternalizzazioni dei servizi scolastici, per manifestare a favore della reinternalizzazione di questi servizi e per l’assunzione dei lavoratori precari. Tra gli striscioni esposti: ‘No al dirigente padrone senza eccezioni- esitazioni Renzi dimissioni’. Alcuni manifestanti indossavano cartelli con la scritta: ‘Vendesi libertà di insegnamento’.
“Le letterine di Renzi agli insegnanti, in cui il premier ci ‘spiega’ il Ddl scuola, insultano la nostra intelligenza e confermano la necessità di scioperare oggi” commenta Francesco Bonfini, dell’USB Scuola. “Il governo ha avuto tutto il tempo per confrontarsi davvero con i lavoratori della scuola, ma ha preferito accordarsi con i dirigenti e costruire la messa in scena di un rapporto che non c’è”. “Il Ddl sulla ‘buona scuola’ ha un impianto inaccettabile – sottolinea il rappresentante dell’USB – e per questo va semplicemente ritirato. Occorre piuttosto aprire un confronto per l’immediata stabilizzazione dei precari, con diritti certi, la restituzione della quota di salario sottratta con 7 anni di blocco contrattuale ed il ripristino di 200.000 mila posti di lavoro nelle nostre scuole, tanto per cominciare”. Aggiunge Bonfini: “E’ questo il messaggio che l’USB consegna al Governo con lo sciopero di oggi, insieme ad Anief, Unicobas e molte altre sigle sindacali alternative. Il resto, a partire dalla tardiva mobilitazione di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda su posizioni molto arretrate, sono chiacchiere da bar che vanno avanti da anni e che i lavoratori della scuola stanno imparando a non considerare”.
Di seguito due comunicati dell’Unione Sindacale di Base sulla mobilitazione di oggi.

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Bello e partecipato, con 10.000 persone per le vie della capitale, il corteo nazionale organizzato oggi in occasione dello sciopero della Scuola, proclamato dall’USB insieme ad altre sigle sindacali alternative. Tutti in piazza contro la modificazione genetica che il Governo Renzi vorrebbe imprimere alla scuola, trasformandola dalla scuola della Repubblica nata dalla Resistenza che ha battuto il nazifascismo, nella scuola dei padroni, da cui si espellono i lavoratori, che hanno conquistato il posto con anni di studio e preparazione, ed i loro figli, che al massimo potranno essere addestrati a diventare i nuovi schiavi.
Centinaia di lavoratori ex-Lsu hanno manifestato sempre a Roma davanti al MIUR, dove hanno incontrato il Capo segreteria del Sottosegretario Faraone, Marco Campione, e il Direttore generale del Bilancio, Iacopo Greco, ai quali hanno rappresentato tutte le problematiche ed i malfunzionamenti degli appalti. Vista la prossima scadenza del progetto “scuole belle”, i lavoratori hanno chiesto di trovare vere e idonee soluzioni occupazionali, con la reinternalizzazione del servizio e l’assunzione Ata degli ex Lsu. I rappresentanti del MIUR si sono riservati gli opportuni riscontri in previsione di successivi incontri.
La forte partecipazione a questa giornata di lotta segna una svolta all’interno scuola, verso la costruzione di un concreto movimento unitario di opposizione con cui dovranno fare i conti tutti, a partire dal Governo. Un risultato che è stato preceduto e costruito attraverso le tante assemblee che si sono svolte nelle scuole d’Italia, dove c’è stato un dibattito vero e aperto nel quale si sono confrontate piattaforme alternative: tra chi rifiuta in blocco il Ddl Scuola e continuerà a contrastarlo e chi, come Cgil Cisl Uil Snals e Gilda si appresta ad accettarlo con irrisorie modifiche.
Ora questa piattaforma dovrà trasformarsi nella base della lotta che, oltre alla stabilizzazione vera di tutti i precari, compresi gli esternalizzati, dovrà puntare alla restituzione degli organici tagliati dalla Gelmini e ad un loro aumento sulla base della crescita degli studenti degli ultimi 10 anni, presupposto materiale per una reale possibilità d’accesso dei figli lavoratori all’istruzione.
La giornata odierna di sciopero e di lotta  sta proseguendo nel pomeriggio, con il presidio unitario in corso dalle ore 15.00 a Roma, in Piazza di Montecitorio.

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Nessuna disponibilità a sospendere le prescrizioni organizzative per scuole e nidi cittadini stabilite da Roma Capitale con un atto unilaterale: lo ha espresso questa mattina l’assessore alla Scuola, Paolo Masini, durante un incontro con tutte le parti sindacali, provocando così la reazione delle educatrici e delle insegnanti, che hanno deciso di permanere nella sala riunioni dell’assessorato. 
Spiega Daniela Volpe, dell’ USB Roma Capitale: “Nonostante l’assessore si dichiari consapevole della condizione drammatica in cui versano le strutture scolastiche ed educative, non ha inteso prendere una chiara posizione e non ha voluto assumersi alcuna responsabilità per una prima immediata risposta attraverso la sospensione temporanea dell’atto unilaterale, almeno per le parti di regolazione del servizio, che non avrebbero alcun riflesso economico su quelle che saranno le successive scelte contrattuali, e al solo fine di tutelare la sicurezza dei piccoli utenti”.
“Troppe ingiustizie, troppi torti, troppi diritti negati ai bambini – attacca Volpe – la politica della Giunta Marino, a dispetto dei suoi slogan come ‘mettiamo al centro i bambini”, nei fatti continua a perseverare nelle diaboliche imposizioni organizzative e a lasciare i bimbi in strutture che non possono garantire i requisiti minimi di sicurezza”.
Evidenzia la rappresentante  USB: “Questa Giunta mostra indifferenza non solo verso i bambini e le lavoratrici di ruolo, ma anche nei confronti di migliaia di precarie che di fatto sta licenziando. Per questo abbiamo deciso di rimanere in assessorato fintanto che non ci verrà comunicata la sospensiva dell’atto unilaterale per i nidi e le scuole”, conclude Daniela Volpe.

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