L’attacco degli hacker contro l’azienda di spionaggio informatico Hacking Team di Milano, reso noto lo scorso 9 luglio, ha comportato un “grave danno” per alcune inchieste in corso: alcune delle quali, “soprattutto di terrorismo”, hanno subito uno stop. Ad ammetterlo è lo stesso capo della polizia, Alessandro Pansa, nel corso di un’audizione davanti al Copasir, il comitato parlamentare di controllo. Nei prosimi giorni verranno ascoltati anche il comandante dei carabinieri, generale Tullio Del Sette, e quello della Guardia di Finanza, generale Saverio Capolupo. Infatti, oltre alla Polizia postale, anche i Carabinieri e la Guardia di Finanza Gdf, e l’Aise (ma anche diversi governi di stati repressivi), si servivano del software della Hacking Team creato dal 2004 per le loro indagini. La polizia nel 2004 aveva firmato un contratto in esclusiva per tre anni con la Hacking Team, rinnovato successivamente anche se non più in esclusiva.
Nell’audizione al Copasir, il prefetto Pansa era accompagnato anche dal capo della Polizia postale. Molte inchieste, ha spiegato il prefetto secondo quanto si è appreso, sono state bloccate in modo duraturo dopo la pubblicazione in Rete del codice sorgente del software della Hacking Team, l’ormai famgerato codice Galileo, il cui uso è stato dismesso dopo l’attacco subito dalla società.
Tra i problemi emersi c’è che anche società esterne al ministero della Giustizia utilizzavano il software dell’azienda milanese. Il Copasir, la prossima settimana ascolterà in audizione su questo aspetto anche il ministro Andrea Orlando per valutare la realtà del danno, per capire nel dettaglio quali siano le indagini interessate e quali le società che per Via Arenula hanno utilizzato il software della Hacking Team. Dopo l’attacco degli hacker che hanno “sputtanato” i codici dell’azienda di spionaggio informatico, la stessa società aveva emesso un comunicato piuttosto esplicito: “Abbiamo perso la capacità di controllare chi utilizza la nostra tecnologia. Terroristi, estorsori e altri possono implementarla a volontà. Crediamo sia una situazione estremamente pericolosa, è oramai evidente che esiste una grave minaccia”.
Sui giornali emergono poi clamorose contraddizioni temporali nella ricostruzione della vicenda. Secondo le veline ufficiali l’attacco degli hacker contro la Hacking Team sarebbe avvenuto il 6 luglio, secondo altre il 9 luglio, per altre ancora sarebbe avvenuto a marzo ma reso pubblico solo ai nella prima decade di luglio. Diventa clamorosa allora la contraddizione della versione fornita da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera di oggi, quando, a proposito di una indagine su due presunti jihadisti a Brescia che sarebbe stata compromessa dalla fuga dei codici srive: “L’arresto dei due stranieri residenti a Brescia e accusati di terrorismo è scattato il 22 luglio, prima che l’indagine fosse «svelata». Le intercettazioni sui computer del tunisino Lassad Briki e del pachistano Muhammad Waqase – sospettati di voler colpire la base militare di Ghedi e compiere altre azioni in nome dell’Isis – erano infatti effettuate con le apparecchiature di «Hacking Team srl», l’azienda milanese finita sotto attacco due settimane fa. E dunque si è deciso di far scattare i provvedimenti prima che fosse troppo tardi e dunque per scongiurare il rischio che potessero scoprire di essere «pedinati» e fuggire”.
Ma se il casino era stato reso pubblico nei primi dieci giorni di luglio (o il 6 o il 9 che sia) come si fa a dire che gli arresti sono scattati il 22 luglio “prima che l’indagine fosse svelata?”.
Insomma l’azienda che aveva creato i troyan e i malware che si sono infiltrati nei nostri computer, telefonini, smartphone per catturarne e schedarne contenuti, i siti a cui ti colleghi, indirizzia cui scrivi o che hai in agenda, le parole che usi etc, è stata a sua volta ripagata della stessa moneta. Sicuramente alcune indagini ne verranno compromesse, ma è anche doveroso dire che chi semina vento raccoglie tempesta. Se fai il lavoro sporco per servizi segreti e apparati a loro collaterali, alla fine qualcuno che fa il lavoro più sporco del tuo lo trovi sempre.
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