Hanno dovuto prendersi il tempo necessario per “fare la quadra” sulle piattaforme. Uniti contro l’attacco militare sulla Libia ma giudizi diversi sulla “rivolta libica”. I movimenti contro la guerra dopo le prime manifestazioni spontanee in diverse città, stanno cominciando a delineare un calendario di iniziative a tutto campo che non fanno sconti a nessuno. Si comincia oggi infatti proprio davanti al Quirinale dove alle 17.00 il coordinamento romano contro la guerra insieme ad alcuni giuristi ha convocato un sit in che contesta l’interpretazione dell’art.11 della Costituzione offerta dal Presidente Napolitano. Lo faranno con rispetto (“mi scusi presidente… è il titolo dell’iniziativa che riprende una delle ultime canzoni di Giorgio Gaber) ma il dissenso verso le parole di Napolitano che ha avallato e sostenuto la guerra in Libia è totale.
Ieri pomeriggio ci sono state manifestazioni davanti a due snodi strategici; l’aereporto militare di Trapani-Birgi, da dove partono gli aerei italiani e della Nato per andare a bombardare la Libia e quello di Capodichino (Napoli) dove c’è il Comando strategico che coordina proprio i bombardamenti e i bombardieri. Ed è proprio davanti a questo luogo simbolo della concretezza degli apparati di guerra che la Rete Disarmiamoli e i No War napoletani vorrebbero vedere confluire tutto il movimento contro la guerra in una manifestazione nazionale nelle prossime settimane (si parla della data di sabato 9 aprile).
A Roma, dove ieri era stata occupata una caserma in dismissione dai movimenti per il diritto alla casa, è stato intanto convocato un primo corteo cittadino per martedi 29 marzo: no alla guerra del petrolio, fermiamo l’attacco, cessate i bombardamenti, cessate il fuoco, negoziati e non bombe, solidarietà con le lotte dei popoli arabi, la guerra umanitaria è solo una menzogna, sono questi contenuti della piattaforma comune raggiunta al Coordinamento romano contro la guerra Niente sangue per il petrolio. Il corteo partià alle 17.30/18.00 da piazza Bocca della Verità e si concluderà in piazza Navona.
Per sabato 2 aprile è prevista intanto una giornata di mobilitazione territoriale a livello nazionale con iniziative articolare in tutte le città per dire No alla guerra, protezione per i rifugiati che arrivano nel nostro paese, no a tutte le dittature, cessate il fuoco, negoziati. L’appello è stato lanciato da Gino Strada e da Emergency e ha trovato il consenso di tutte le varie anime del movimento pacifista riunitesi ieri nella sede dell’Arci. Anche qui sono emersi alcuni denominatori comuni ma anche divergenze sull’interpretazione della “rivolta libica”. Una discussione che il movimento No War si trascinerà dietro ancora per diverso tempo.
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