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A Napoli sabato prossimo per dire stop alle bombe sulla Libia

Abbiamo pensato di portare in piazza la nostra contrarietà a questa guerra”, afferma Salvatore, del Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli, una delle realtà che ha dato vita all’Assemblea Napoletana contro la guerra. “In primo luogo si sono mobilitate le realtà studentesche, anche delle scuole superiori. Qui a Napoli le mobilitazioni contro la guerra sono sempre state molto partecipate dai giovani. La manifestazione è partita dal basso – spiega Salvatore – a partire dall’assemblea pubblica che abbiamo convocato all’indomani dell’inizio dei bombardamenti e che ha visto una partecipazione notevole. Abbiamo quindi avviato una verifica fra tutte le realtà nazionali per capire se ci fosse la possibilità di una mobilitazione unitaria e abbiamo riscontrato parecchie adesioni.

La manifestazione partirà da Piazzale Tecchio nel quartiere di Fuorigrotta” e si dirigerà verso il Comando Nato di Bagnoli in cui vengono pianificati i bombardamenti sulla Libia. Sarà l’occasione per una forte e determinata opposizione all’intervento militare in Libia, nel momento in cui il movimento pacifista ha dimostrato qualche tentennamento.

Secondo Salvatore “c’è stata una certa difficoltà di comprensione su ciò che sta avvenendo in Nord Africa e in Libia e sul modo in cui i paesi che fino a ieri sembravano piuttosto servili nei confronti degli USA, oggi invece prendono l’iniziativa in modo unilaterale, pensiamo alla Francia. Abbiamo poi riscontrato una difficoltà della “sinistra istituzionale” e di gran parte della Cgil a schierarsi contro questa guerra, camuffata come una questione di interesse nazionale o una sorta di “guerra umanitaria” per aiutare i ribelli libici contro Gheddafi, quando poi era inspiegabile come l’Italia fosse fino a qualche settimana fa il migliore alleato di Gheddafi. Dobbiamo porci il problema di cosa l’Europa sta diventando. Mentre, prima, sulla guerra c’era un fronte compatto, non c’era difficoltà a trovare piattaforme minime su cui lavorare, adesso sembra non ci sia più la ferma intenzione di mobilitarsi su parole d’ordine nette. E’assolutamente importante, invece, dimostrare che esiste un’opposizione determinata a questa guerra, la cui copertura mediatica, oltretutto, è stata assolutamente parziale, sia a livello quantitativo che qualitativo” ha affermato ancora Salvatore. Al centro della mobilitazione ci sarà anche la richiesta di fermare le spese militari, “in una situazione – sottolinea Salvatore – in cui lo stato sociale è completamente distrutto, pensiamo alla scuola e all’università ma anche alla sanità e ai trasporti. Chiederemo anche la protezione per tutti i migranti, perché è fondamentale dare la massima attenzione anche a come si stanno gestendo i flussi migratori. La “questione migranti” è un riflesso della guerra e per questo è entrata di diritto nella piattaforma. A Napoli, inoltre, c’è una grande comunità di migranti tunisini che verranno alla manifestazione. Ci aspettiamo un corteo che possa dare una risposta forte davanti alla base Nato: solleveremo, naturalmente, anche la questione della militarizzazione dei nostri territori”. La manifestazione di Napoli sarà anche occasione di rilancio del movimento contro la guerra:  “Sembra una banalità – conclude Salvatore – ma lanciare una manifestazione nazionale ha messo in moto un meccanismo di confronto e di attenzione sulla natura di questa guerra, che proseguirà poi il giorno successivo nell’assemblea nazionale di domenica 17. Al di là della questione numerica, ne sarà valsa la pena”.

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