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Sondaggio. La guerra in Libia è assai impopolare in Italia, meno in Francia

L’Ipsos informa che il sondaggio è stato effettuato online per Gran Bretagna USA e Francia; e con interviste telefoniche assistite da computer (CATI) per l’Italia. Si tratta cioè della quattro maggiori potenze della nato coinvolte nella guerra in Libia. L’Istituto precisa che sono state realizzate rispettivamente: 1016 interviste in Gran Bretagna, 1105 negli USA, 1017 in Francia e 757 in Italia. Tutti i campioni sono rappresentativi della popolazione di età compresa tra 16 e 64 anni (18 in Italia e negli USA) nei rispettivi Paesi in un periodo di tempo tra il 4 e il 7 aprile scorsi.

Alla domanda se siano favorevoli o contrari all’intervento militare del proprio paese in Libia, hanno risposto di essere favorevoli (tra molto e abbastanza) il 40% degli italiani, il 50% degli inglesi, il 55% degli statunitensi e il 63% dei francesi. Dunque il 60% degli intervistati italiani e la metà degli inglesi sono molto o abbastanza contrari all’intervento militare. Diverso il dato francese dove l’oltranzismo di Sarkozy sembra aver raccolto il senso comune revanscista della maggioranza della popolazione. Ma la delusione per Sarkozy arriva alla domanda successiva quando si chiede all’opinione pubblica se sia soddisfatta di come il proprio capo di stato abbia gestito la crisi libica. Qui i consensi di Sarkozy scendono di ben 13% punti e si accavallano esattamente a metà (il 50%) tra contenti e scontenti.  Il dato più basso tocca ovviamente a Berlusconi che vede ben il 70% degli intervistati dichiararsi insoddisfatti di come ha gestito la guerra in Libia. Insoddisfatti anche la maggioranza degli inglesi e degli statunitensi ma con percentuali meno clamorose di quelle italiane.

Solo la maggioranza dei francesi (il 64%) sembrano ritenere che le potenze della Nato abbiano obiettivi chiari nella guerra in Libia, mentre nel caso di Italia e Stati Uniti questa chiarezza la vedono solo tra il 44%, percentuale che sale al 49% tra gli inglesi che, come la Francia, hanno visto il loro governo scegliere l’oltranzismo interventista fin dall’inizio.

Le preoccupazioni economiche sulla crisi fanno però dire ad una maggioranza che oscilla tra il 79% degli inglesi e il 62% degli italiani, che “data la situazione economica…non ci possiamo permettere un intervento in Libia”. Anche qui unica eccezione i francesi che per il 50% pensano di potersi permettere anche la guerra sull’altra sponda del Mediterraneo.

Sugli scenari futuri, i più ottimisti e i più pessimisti sembrano essere gli italiani. Infatti per il 34% ci sarà un governo eletto democraticamente in Libia, mentre per il 55% il conflitto si protrarrà a lungo. Un po’ meno fiduciosi e meno pessimisti i francesi: il 30% ritiene che ci sarà un governo democratica per la Libia del dopo Gheddafi mentre gli inglesi appaiono più pessimisti: solo il 17% pensa che arriverà la democrazia sulle sabbie libiche, al contrario il 31% pensa che il conflitto si protrarrà nel tempo. Scarse le quotazioni sul mantenimento del colonnello Gheddafi al potere. Anche qui i più possibilisti sono gli inglesi (il 14%) e i più perentori gli italiani (solo il 4%).

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