“Si parla molto facilmente delle uccisioni fatte dagli uomini di Gheddafi ma è opportuno vedere quante ne sono state fatte e se sono state fatte”. Così il vescovo di Tripoli mons. Giovanni Martinelli, intervenuto a Radio 24, per parlare della guerra in Libia.
Mons. Martinelli ha definito sbagliata la strategia occidentale dei bombardamenti e ha difeso così Gheddafi: “Lui – ha detto – all’inizio ha avuto una ragione ben precisa per intervenire e cioè stroncare il fondamentalismo musulmano di al Qaida penetrato nella società libica. L’opinione pubblica attinge a ciò che dice al Jazeera che non è la verità assoluta. La soluzione potrebbe essere quella diplomatica e nessuna l’ha tentata, non le bombe”.
«La decisione annunciata dal governo italiano di partecipare insieme ad altri Paesi ai bombardamenti sulla Libia appare inaccettabile sia come cittadini che credono nei valori sanciti dalla Costituzione, che come cattolici». In un commento pubblicato oggi sul Giornale dei lavoratori on line Gianni Bottalico, presidente provinciale delle Acli di Milano, Monza e Brianza esprime le ragioni della critica alla partecipazione dell’Italia ai bombardamenti in Libia. «Alle responsabilità del Governo si sommano inoltre quelle di una opposizione che non ha saputo esprimere delle idee ed una strategia nonostante il fatto che l’internazionalizzazione di questo conflitto appaia come un vero azzardo in una fase in cui si ridisegnano gli equilibri mondiali e si manifestano dappertutto le turbolenze sociali della profonda crisi economica». «Il piano di un conflitto aereo veloce e risolutivo, – prosegue Bottalico – concepito da qualche governante europeo con incredibile approssimazione e superficialità, per sommare vantaggi economici a vantaggi elettorali, si sta trasformando in un incubo dal quale non è possibile uscire se non con un immediato cessate il fuoco e l’avvio di trattative fra le parti in conflitto. Dal punto di vista bellico, – afferma il presidente Acli – la partecipazione italiana ai bombardamenti contro le postazioni militari del regime di Gheddafi – per la cui auspicabile fine la comunità internazionale disponeva di molteplici vie diplomatiche e commerciali, che non si è neanche provato a perseguire prima di lasciare la scena alle armi – esplicita maggiormente il coinvolgimento di alcuni Paesi occidentali nella guerra civile libica, in favore delle fazioni e delle tribù contrarie alla dittatura di Tripoli, andando nella sostanza oltre la risoluzione Onu della »zona di non sorvolo« a protezione dei civili, di tutti i civili. Anche quella che sarebbe divenuta la Grande Guerra, nel 1914 pareva ai francesi e agli inglesi una guerra di breve durata, e rimase inascoltato l’appello di papa Benedetto a porre fine a quell’ “inutile strage” per questo, conclude Bottalico, occorre un supplemento di responsabilità, contribuendo a spegnere un focolaio di guerra che con troppa precipitazione è stato acceso vicino al nostro Paese».
«L’Idv ha presentato intanto una mozione parlamentare contro i bombardamenti in Libia perchè contesta il metodo e il merito della decisione di Palazzo Chigi». Lo ha detto oggi il leader dell’IdV Antonio Di Pietro incontrando i giornalisti a Montecitorio. “Non si può bombardare un altro Paese senza una discussione parlamentare – ha aggiunto – E comunque noi siamo contrari a interventi di questo genere”. “Le bombe saranno pure intelligenti – ha ironizzato Di Pietro – ma certo non lo sono quelli che decidono di sganciarle. E non mi riferisco ai piloti”.
Il Partito Democratico invece attenderà le comunicazioni del governo in Parlamento sui bombardamenti in Libia per decidere se presentare una mozione sulla politica estera del governo da votare in Parlamento.
“Questo governo è una babele. Dichiarano guerra alla Libia e non sanno nemmeno se hanno i numeri in Parlamento”. Ha affermato Oliviero Diliberto, segretario nazionale del PdCI-Federazione della sinistra. “Con tutto il dovuto rispetto che si deve al Presidente della Repubblica – continua Diliberto – chiediamo a Napolitano come si può dare credito ad un siffatto esecutivo. Più che politici di governo sembrano dilettanti allo sbaraglio. La guerra alla Libia non è solo anticostituzionale ma è anche un crimine. Lo si capisca prima che sia davvero troppo tardi”..
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