L’Istituto Cattaneo di Bologna ha effettuato alcune elaborazioni dei risultati del voto amministrativo appena conclusosi per capire quanto i maggiori contendenti abbiano riscosso maggiori o minori consensi rispetto alle precedenti elezioni comunali e regionali. Il confronto con le elezioni comunali è, per molti versi, quello più corretto, in quanto le elezioni messe in relazione sono dello stesso tipo; tuttavia, nella maggior parte dei casi le precedenti elezioni comunali si sono svolte nel 2006, prima della nascita degli attuali Pd e Pdl, e sull’onda della vittoria di Prodi nelle politiche del 2006 e dunque in un contesto notevolmente diverso. Inoltre, sia nelle precedenti consultazioni sia in quelle del 15-16 maggio 2011, ci sono alleanze diverse entro i due schieramenti. Il confronto con le precedenti regionali (quasi sempre quelle del 2010) è, per certi versi, più corretto sul piano strettamente politico, ma anche in questo caso ci sono problemi legati alle alleanze che cambiano, alla presenza di liste del candidato presidente, e così via. Inoltre, va ricordato che l’analisi si limita a un contesto fortemente urbanizzato. Insomma, va usata molta cautela nell’interpretazione degli esiti.
L’analisi riguarda le 13 maggiori città in cui si è votato, ossia i capoluoghi regionali e/o i comuni con almeno 100 mila abitanti: Torino, Novara, Milano, Trieste, Bologna, Ravenna, Rimini, Latina, Napoli, Salerno, Catanzaro, Reggio Calabria e Cagliari. Le precedenti elezioni comunali prese in considerazione risalgono al 2006, tranne che a Bologna (2009), Latina (2007) e Reggio Calabria (2007). Le precedenti regionali risalgono al 2010, tranne che a Trieste (2008) e Cagliari (2009).
Fra i risultati più importanti si possono citare:
– Il centro-destra nel suo complesso (senza considerare l’Udc, neppure laddove è alleato o è stato alleato con il centro-destra) ha raccolto 885 mila voti nel 2011, contro i 941 mila nelle precedenti elezioni comunali. Si tratta di un calo di 56 mila voti (–6,0%). Si tratta di un arretramento che punisce alcuni partiti più di altri (vedi oltre), ma che si presenta anche differenziato sul piano territoriale. Il centro-destra perde soprattutto al Nord (4 città) (–83 mila voti, –16,6%) e in Emilia-Romagna (–14 mila voti, –13,6%). Positivo l’andamento nelle sei città del Centrosud: +40 mila voti, +12,2%. I risultati sono analoghi se il confronto si opera con le precedenti regionali: –57 mila voti (–6,1%), con cali più forti al Nord (–10,2%) e in Emilia-Romagna (–22,0%) e un leggero miglioramento al Centro-sud (+4,2%).
– Il Popolo della libertà perde molti consensi: –164 mila voti rispetto ai voti raccolti da Forza Italia e Alleanza nazionale nelle precedenti elezioni comunali (–24,6%). L’emorragia è forte sia al Nord (–116 mila voti, –29,8%) sia al Centro-sud (–68 mila, –28,7%), mentre la dinamica è positiva in Emilia-Romagna (+20 mila voti, +52,2%), dove i consensi rimangono comunque bassi. I risultati sono analoghi anche se si confrontano gli esiti delle attuali elezioni comunali con le precedenti regionali (–22,3% nel complesso), con un arretramento meno marcato al Nord (–12,8%) e analogo al Centro-sud (–32,1%), ma nel confronto con le regionali anche in Emilia- Romagna si riscontra un forte calo (–31,4%). (Il calo del Pdl non può certo essere attribuito alla presenza di liste del Fli, che non hanno avuto un’affermazione forte in queste elezioni).
– Si potrebbe pensare che la perdita del Popolo della libertà vada a favore della Lega Nord, e in parte le cose stanno proprio così, almeno nel raffronto tra le elezioni comunali: +78 mila voti nelle tredici città, ossia un aumento del +149%. La Lega guadagna voti in tutte le città del Nord e dell’Emilia-Romagna: il grosso, in valore assoluto, nelle 4 città del Nord (+56 mila, di cui 35 mila solo a Milano); ma più in Emilia-Romagna in termini relativi (+260%, contro il +127 al Nord). Rispetto alle precedenti regionali, tuttavia, la Lega Nord perde 25 mila voti (–16,0%), concentrati a Milano e Torino (–20,7% al Nord), ma avanza a Bologna, grazie alla presenza di un proprio candidato a sindaco).
– Molto consistente è stato il successo delle altre liste di centro-destra, ossia le liste civiche, “del sindaco” e di carattere locale, che nel complesso hanno guadagnato 62 mila voti (+32,4%) rispetto alle precedenti comunali. Si tratta di un fenomeno molto differenziato dal punto di vista territoriale, con un forte arretramento delle altre liste di centro-destra al Nord (–23 mila voti, –34,0%) e, al contrario, un forte sviluppo al Sud (+109 mila, +110%).
– Il centro-sinistra nel suo complesso ha raccolto 1 milione 42 mila voti nel 2011 contro 1 milione 217 mila nelle precedenti elezioni municipali (senza considerare i voti all’Udeur nelle precedenti consultazioni amministrative): –175 mila voti (–14,4%). La perdita è stata contenuta al Nord (–15 mila voti, –2,6%), più consistente in Emilia-Romagna (–24 mila voti, –12%) e particolarmente marcata al Centro-sud (–135 mila, –30,9%, fortemente concentrati a Napoli). Rispetto alle regionali, tuttavia, il centro-sinistra si è rafforzato, raccogliendo 66 mila voti in più (+6,8%). Anche nel confronto con le regionali si hanno esiti territorialmente caratterizzati: avanzamento marcato al Nord (+16,6%), tenue in Emilia-Romagna (+6,1%), calo al Centro-sud (–6,7%).
– Il Partito democratico ha perso 111 mila voti (–16,2%) rispetto ai consensi raccolti dai suoi
predecessori (Ds, Margherita o Ulivo) nella precedente tornata comunale. Anche in questo caso esiste una chiara differenziazione territoriale, che spazia da un avanzamento al Nord (+11 mila voti, +3,5%, dovuto interamente alla buona prestazione a Milano), a un arretramento netto in Emilia-Romagna (–25 mila voti, –16,9%) e a uno ancora più marcato al Centro-sud (–97 mila, –46,8%, concentrati a Napoli; peraltro non è stata presa in considerazione la città di Salerno perle peculiarità della sua offerta elettorale sia nel 2011 che nel 2006). Rispetto alle elezion regionali, tuttavia, c’è stato un miglioramento: +39 mila voti, +7,3%, dovuto al buon andamento del voto al Nord (+77,5 mila voti, 29,9%), attutito da una tenuta in Emilia-Romagna (–1,0%) e da un calo al Centro-sud (–26,0%).
– La Federazione della sinistra, in proporzione, ha conosciuto un indebolimento ancora più forte: –107 mila voti, –65,3% rispetto ai voti a Rifondazione comunista e Comunisti italiani nella precedente tornata municipale, senza particolari differenziazioni territoriali. Tuttavia, se si considera il complesso della sinistra radicale (Sel + Fds), in pratica non c’è stata alcuna variazione nell’insieme delle 13 città prese in esame, e anzi si assiste a un avanzamento in Emilia-Romagna (+11,5 mila voti, +60,6%). Inoltre, rispetto al risultato particolarmente deludente della sinistra radicale nelle precedenti elezioni regionali, si osserva una ripresa notevole (+48 mila voti, +40,5%), specie al Nord e in Emilia-Romagna.
– L’Italia dei valori realizza un buon risultato rispetto alle precedenti elezioni comunali (+36,5 mila voti, +67,3%), quando il partito però non aveva ancora conosciuto i suoi maggiori successi elettorali (a partire dalle politiche del 2008). Non sfonda, tuttavia, in Emilia-Romagna, dove anzi perde voti. Rispetto alle precedenti regionali, il partito di Di Pietro perde 62 mila voti (–40,7%), ovunque ma specie al Nord e in Emilia-Romagna.
– A differenza di quanto notato per il centro-destra, nell’ambito del centro-sinistra le perdite del maggiore elemento della coalizione non sono attutite dalla presenza di forti liste “altre”, le quali hanno anzi perso 100 mila voti (–32,2%) rispetto alle precedenti elezioni comunali.
– L’Udc ha perso 28,5 mila voti (–25,4%) rispetto alle precedenti elezioni comunali, con insuccessi particolarmente marcati al Nord (–37,0%) e in Emilia-Romagna (–64,6%) e un avanzamento al Centro-sud (+10,2%). Rispetto alle regionali il partito di Casini tiene (–1,4%): un rafforzamento al Centro-sud (+16,7%) viene compensato da arretramenti al Nord (–20,6%) e in Emilia-Romagna (–17,5%).
– Vale la pena di notare il risultato del Movimento 5 stelle-Beppe Grillo, che ha raccolti i consensi di oltre 93 mila elettori in undici delle tredici città, battendo sempre – e in misura netta – l’Udc in tutte le città del Nord e dell’Emilia-Romagna e aumentando i suoi consensi rispetto alle regionali del 2010 (+26 mila voti, +39,0%).
– Se nelle precedenti consultazioni comunali nelle tredici città prese in esame il centro-sinistra (senza Udeur) era prevalso sul centro-destra (senza Udc) per 275 mila voti, il vantaggio complessivo del centro-sinistra nel 2011 è sceso a 156 mila voti. Ma si rileva una dinamica territorialmente articolata: nelle città del Nord il vantaggio del centro-sinistra è aumentato, addirittura raddoppiando (da 76 mila a 144 mila); in Emilia-Romagna è diminuito (da 95 mila a 85 mila); nel Centro-sud la situazione si è ribaltata, passando da un consistente vantaggio del centro-sinistra (104 mila voti) a uno del centro-destra (72 mila voti).
Fondazione di ricerca Istituto Carlo Cattaneo
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