La lista “Emilia-Romagna per la Pace, l’Ambiente e il Lavoro” sostenuta da Rifondazione Comunista, PCI e Potere al Popolo sarà presente in tutte le nove circoscrizioni della regione per le elezioni del 17 e 18 novembre.
È un risultato importante che gratifica lo sforzo intrapreso nel raccogliere le firme per potere essere presenti alle elezioni regionali durante questo intenso mese che ha già visto emergere anche mediaticamente questa lista alternativa al centro-destra ed al centro sinistra, e che candida come Presidente il 33enne Federico Serra, definito da una testata giornalistica felsinea aliena da simpatie progressiste il “terzo incomodo”, rimarcando la funzione per così dire di terzo polo nella regione.
Federico Serra è un lavoratore delle cooperative sociali, militante dell’Unione Sindacale di Base e attivista di “lungo corso” delle varie lotte politico-sociali a Bologna.
E questo benefico “Effetto Serra” si sta facendo sentire non solo in ambiti più sensibili alle tematiche portate avanti dalla lista – appunto Pace, Ambiente e Lavoro – ma anche in contesti costretti a misurarsi giocoforza con la politicizzazione delle contraddizioni, che trovano un’aspirante classe dirigente impreparata e priva di proposte concrete, mentre i risultati del malgoverno sono ormai sotto gli occhi di tutti, anche i più scettici.
Emilia-Romagna per la Pace, l’Ambiente e il Lavoro è una lista “piena di persone che fanno politica e non di politici”, come ha ribadito a latere della conferenza stampa la candidata Teresa Torretta “Terri”, ricercatrice presso ENEA su temi ambientali, delegata sindacale di USB e membra del Comitato Besta.
Una qualità che i cittadini hanno potuto apprezzare in queste settimane in tutta la regione, con il candidato presidente stesso ed i militanti di Potere al Popolo che sono andati in lungo ed in largo ad aiutare materialmente le popolazioni colpite dalle varie alluvioni che si sono succedute, immersi nel fango anche in questi giorni, e che fa vivere principalmente nelle strade e nelle piazze la propria alternativa politica, e non certo solo negli ovattati salotti televisivi e nelle kermesse elettorali in cui spesso deve e dovrà farsi largo a spallate.
Riccardo Rinaldi, del coordinamento nazionale di Potere al Popolo e candidato nella circoscrizione bolognese ricorda infatti due appuntamenti qualificanti come la manifestazione regionale “Piovono proteste” del 26 ottobre a Bologna, promossa dalle varie realtà ambientaliste – a cui la lista ha aderito – e che ha al centro l’urgenza climatica e le politiche necessarie per affrontarla.
E le mobilitazioni antimilitariste previste in regione per il 4 novembre con una sorta di carovana che rimetta al centro la lotta contro l’invio di armi – ad Ucraina ed Israele – e per una de-escalation dei conflitti, contro la logica patriottarda e bellicista che caratterizza il “Partito Unico della Guerra” dal governo Meloni a tutto il Campo Largo, per una regione “de-militarizzata” che non sia il retroterra militare, logistico e produttivo per i vari conflitti che costellano il pianeta.
La conferenza stampa della lista a Bologna, in presenza del candidato presidente e di alcune/i candidate/i di Bologna si è svolta la mattina del 22 ottobre presso il circolo culturale Granma nella Bolognina alla presenza di diverse testate giornalistiche, sintomo di un interesse per quella che sembrava essere una sfida a due tra l’attuale sindaco di Ravenna Michele De Pascale, candidato a succedere a Bonaccini, e la “ciellina Elena Ugolini”, la cui candidatura “civica” ha avuto l’endorsement di tutto il centro-destra.
Alla conferenza stampa è intervenuta la più giovane candidata della lista a Bologna, la 24enne Alice Angeloni di Potere al Popolo, studentessa/lavoratrice che ha animato tra l’altro le lotte per il boicottaggio universitario nei confronti della macchina bellica israeliana.
Angeloni ha parlato anche dell’insostenibile fardello della questione abitativa a Bologna e della precarietà lavorativa, e della lotta contro l’ennesima clave repressiva che si sta abbattendo con l’approvazione del DL 1660.
Il più anziano – il 64enne Covili Mauro del PCI – ha puntato il dito sulla disastrosa situazione della sanità e sul criminale allungamento dell’età pensionabile che penalizza parti consistenti del mondo del lavoro. Gandini Riccardo, detto “Eridan” di Rifondazione Comunista, ha spaziato sulle ampie tematiche di cui si occupa la lista, dall’opposizione all’autonomia differenziata a quella dell’overturism, dal contrasto alla cementificazione alla necessità di elargire fondi agli alluvionati.
Come sempre sintetico ed efficace, Serra ha concluso riprendendo i temi centrali che hanno dato il nome alla Lista, tra cui la necessità di introduzione del reato di Omicidio sul Lavoro e la proposta di una salario minimo a 10 euro per i lavoratori che operano per il Pubblico.
Serra esemplifica bene lo slogan che attraverserà la campagna elettorale della regione e le prossime mobilitazioni: “Soldi alla Terra e non alla Guerra”.
Se queste parole d’ordine potevano sembrare retoriche, l’ondata di fango che ha investito città, provincia e regione e le immagini di un conflitto ormai regionale in Medio-Oriente ne hanno ricordato la stringente attualità.
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