Giù le tasse, via dalla guerra in Libia, nuovo patto di stabilità per i comuni, ma soprattutto “non è detto che alle prossime elezioni andremo con Berlusconi”. Dal palco di Pontida, davanti al quale c’erano migliaia di “padani”, Umberto Bossi ha dettato la sua agenda al premier. Il futuro dell’alleanza con Berlusconi “dipenderà dalle scelte che verranno fatte”, ha detto Bossi. Ma, come preveidibile, non c’è stata nessuna rottura immediata e niente richiesta di voto anticipato perché – secondo Bossi – “questo è un momento favorevole alla sinistra”. E sul trasferimento dei ministeri chiesto a gran voce, il Senatur ha sostenuto che Berlusconi “si è cagato sotto”.
”Conquisteremo la libertà della Padania”, è stato l’esordio davanti alle migliaia di leghisti inneggianti, che urlavano “Secessione, secessione” dal pratone di Pontida. “Volete la secessione?”, ha domandato Bossi. “Ci si prepari. La Lega verrà incontro ai popoli del nord che vogliono porre una pressione molto forte al centralismo. Gli daremo la pressione che meritano”. Quanto al premier, “a Berlusconi può darsi che la Lega dica stop”, ha detto Bossi tra gli applausi facendo il pollice verso, ma “non ci prenderemo responsabilità di far andare in malora il paese”.
E poi è arrivata la lista della spesa (pubblica, tanto per non sbagliarsi). “La pressione fiscale, ha superato ogni limite. Un po’ di soldi si possono trovare, primo, far finire le missioni di guerra o di pace”, è stato il messaggio al ministro Tremonti. “Caro Giulio, se vuoi avere ancora i voti della Lega in Parlamento nelle tue proposte di legge, non puoi toccare più i comuni, gli artigiani e le piccole imprese, altrimenti rimetti in ginocchio il Nord. Per adesso e per il futuro, lascia stare i comuni, soprattutto quelli virtuosi. Bisogna riscrivere il patto di stabilità per gli enti locali”.
Bossi ha sottolineato come Berlusconi sia favorevole ad abbassare le tasse, ma “dall’altra parte Tremonti sostiene il contrario, che non si può abbassare le tasse perché i mercati, Londra, Wall Street ci distruggerebbero e si potrebbe fare la fine della Grecia. Ma è chiaro che qualcosa per abbassare la pressione fiscale si deve fare, un po’ di soldi si possono trovare”.
Sul palco con Bossi c’erano i ministri Roberto Calderoli e Roberto Maroni, che se l’è presa con la Nato, l’Europa e i magistrati, colpevoli – a suo dire – di bloccare l’azione del governo contro l’immigrazione clandestina. Non una parola ovviamente per i libici sotto le bombe italiane e della Nato. “Abbiamo contro l’Europa che non ci aiuta, abbiamo contro la magistratura, tutta a favore dei clandestini. Ma noi non molliamo e non molliamo mai”.
A discorso concluso, è stato poi distribuito una sorta di “scadenziario” dei punti programmatici che la Lega chiede al governo di realizzare entro il dicembre del 2011. Si intitola “Fatti in tempi certi”. “Oggi il ‘contratto con gli italiani’ si trasforma in un ‘contratto con i padani’, che tiene conto della solidarietà e della sussidiarietà nazionale”. Così il governatore veneto Luca Zaia ‘legge’ l’esito del raduno di Pontida, nel quale Umberto Bossi ha fissato l’agenda delle richieste del Carroccio a Governo.
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