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Val di Susa. E’ stata dùra!!

19.30 – Mentre molte persone solidali che hanno partecipato alla manifestazione di oggi scendono dalla Val Susa, molte altre rimangono… in attesa che la mobilitazione ricominci dalla baita della Maddalena riconquistata grazie alla mobilitazione di decine di migliaia di NoTav.

18.37 – Il gruppo che si trovava a S.Antonio è riuscito a raggiungere Exilles

18.15 – Al municipio di Chiomonte è cominciato un presidio perché un gruppo di persone fra cui amministratori valsusini sono accerchiati dalla polizia. Nei pressi di Ramats continua la caccia all’uomo.

18.10 – Blocchi della polizia ad Exilles, chi tenta di recuperare la macchina viene fermato.

17.45 Uno studente veneziano è stato gravemente ferito dalla Polizia questo pomeriggio in Val di Susa: si tratta di un ragazzo di diciannove anni, del Coordinamento studenti medi di Venezia e Mestre. Lo sostiene il consigliere comunale di Venezia Beppe Caccia, che partecipava, insieme ad una folta delegazione partita da Mestre nella notte, alla manifestazione di oggi contro il progetto Tav. «Ci trovavamo nei boschi di Ramats, insieme a migliaia di altri manifestanti, ad assediare pacificamente con slogan e bandire il cantiere per il cunicolo esplorativo della Maddalena – racconta all’ANSA – quando senza alcun preavviso le forze di polizia, che presidiavano le reti, hanno iniziato a sparare decine di candelotti lacrimogeni ad alzo zero e a distanza ravvicinata». «Mi trovavo a pochi passi dal giovane veneziano – aggiunge – quando, a meno di quattro metri di distanza, un agente gli ha puntato addosso il dispositivo di lancio ed ha esploso un colpo. Il candelotto lo ha colpito tra il torace e l’addome. L’abbiamo portato a braccia fino alla baita No Tav di Giaglione, ma le sue condizioni sono apparse subito serie: faticava a respirare e a parlare». Il giovane, accusa Caccia, è stato soccorso da un’ambulanza «arrivata sul posto dopo quarantacinque minuti, a causa dei blocchi stradali della Polizia lungo l’autostrada». «In questo momento ci troviamo all’ospedale di Susa – spiega il consigliere municipale – dove gli è stato assegnato un codice giallo e sono in corso ulteriori accertamenti diagnostici». «È inconcepibile – commenta Caccia – che tanta violenza sia esercitata nei confronti di cittadini che difendono il territorio come bene comune da un progetto devastante ed inutile, rigettato dalla stragrande maggioranza degli abitanti e degli amministratori della Valle».

Caccia riferisce che il giovane ferito è al momento sottoposto in ospedale ad una ecografia addominale, per evidenziare la presenza o meno di lesioni interne. «Ci preoccupa il fatto – dice ancora il consigliere municipale veneziano – che il ragazzo per lunghi minuti non sia riuscito praticamente a respirare».

17.40  Salgono a 76 i feriti finora registrati tra le forze di polizia negli scontri in Val di Susa. In particolare si tratta di 59 poliziotti, 9 carabinieri e 8 uomini della Guardia di Finanza.

Tra i 59 feriti della Polizia di Stato c’è anche il Primo Dirigente, responsabile del dispositivo di ordine pubblico presso il cantiere di Ltf.

17.30 Migliaia di persone sono in fuga dalla zona della centrale dove, dopo ripetuti lanci di lacrimogeni, le forze dell’ordine sono uscite dall’area di cantiere per allontanare i manifestanti. Con fazzoletti sulla bocca e limoni contro l’irritazione provocata dai lacrimogeni, i manifestanti stanno risalendo i tornanti che portano all’abitato di Chiomonte. Molte le proteste dei No Tav: «stanno usando – dicono – un tipo di lacrimogeni altamente tossici che in altre Paesi sono proibiti».

Alla centrale elettrica su strada dell’Avanà, è nuovamente in corso un fitto lancio di sassi ed oggetti vari da parte di manifestanti  all’indirizzo delle Forze dell’Ordine.

17.20. La polizia sta cercando di uscire dalla centrale elettrica con un fitto lancio di lacrimogeni e sta fronteggiando centinaia di manifestanti che da oltre un’ora e mezza sono impegnati negli scontri. Sassi e pietre da una parte, idranti e gas fumogeni dall’altra. Sono intanto ancora migliaia i manifestanti sotto l’area archeologica presidiata dalle forze dell’ordine nell’area della Maddalena. Gli attivisti No Tav fanno pressione diversi punti della recinzione del cantiere e la polizia risponde con i lacrimogeni.  

16.50  Sono almeno una quindicina i feriti e i contusi fra i No Tav che oggi hanno manifestato nella zona dei viadotti e si sono fatti medicare al centro di primo soccorso allestito alla baita. Altri erano stati portati via in elicottero dopo essere stati identificati dalla polizia.

Continua senza sosta la guerriglia tra manifestanti e forze dell’ordine davanti alla centrale idroelettrica di Chiomonte. Gli uni scagliano pietre, bastoni e grossi petardi, le altre li allontanano con i lacrimogeni. A distanza dalla zona calda sono ancora migliaia le persone assiepate lungo le strade che portano all’area di cantiere. C’è difficoltà anche per il transito delle ambulanze.

45  Conferma per la nudità della disinformazja: Uno dei feriti, colpito a un fianco da un oggetto non precisato e considerato in condizioni pi—’ serie, è stato portato via, sul sentiero per Giaglione, su un lenzuolo teso in modo da formare una barella improvvisata. Al passaggio la folla ha applaudito. Due giovani sono rimasti contusi (uno al mento, l’altro alla spalla) da – hanno detto – il bossolo di un lacrimogeno sparato dalla polizia ad altezza d’uomo. Sono tre per ora i manifestanti No Tav feriti negli scontri avvenuti nella zona dei viadotti autostradali. Lo segnalano fonti del movimento. Alla vicina ‘baità della Maddalena, che i No Tav hanno rioccupato questa mattina, è stato allestito un centro di primo soccorso.

16.15 Una notizia che distrugge la disinformazja di regime: Si è allentato l’assedio al cantiere Tav nella zona dei viadotti. Il grosso dei manifestanti si è allontanato dall’area e ha raggiunto la baita della Maddalena – dove vengono medicati i feriti – per fare il punto della situazione. Alcuni, comunque, si sono già incamminati sui sentieri che conducono all’abitato di Giaglione. Alla baita sono arrivati anche i dimostranti che, nell’area archeologica (la località si chiama Ramat), questa mattina erano riusciti a sfondare una cancellata del cantiere impegnando le forze dell’ordine in duri scontri: sono stati salutati da un lungo applauso.

Si è allentato l’assedio al cantiere Tav nella zona dei viadotti. Il grosso dei manifestanti si è allontanato dall’area e ha raggiunto la baita della Maddalena – dove vengono medicati i feriti – per fare il punto della situazione. Alcuni, comunque, si sono già incamminati sui sentieri che conducono all’abitato di Giaglione. Alla baita sono arrivati anche i dimostranti che, nell’area archeologica (la località si chiama Ramat), questa mattina erano riusciti a sfondare una cancellata del cantiere impegnando le forze dell’ordine in duri scontri: sono stati salutati da un lungo applauso.

15.36 Sono 46 i feriti tra le forze dell’ordine, cinque tra i manifestanti negli scontri in Val di Susa. Lo rileva la Questura. In particolare tra le forze dell’ordine sono 37 della polizia, 6 dei carabinieri e tre della guardia di finanza. Un poliziotto è stato colpito da una bomba carta che gli è esplosa tra le gambe, mentre un carabiniere ha riportato «una vistosa ferita ad una mano, causata, probabilmente, dallo scoppio di un ordigno artigianale dello stesso tipo». Tre poliziotti sono stati trasportati in elisoccorso a Torino. Sono in condizioni serie, ma non in pericolo di vita. Degli altri è difficile dire: è noto che una distorsione (su terreno impervio) o qualche graffio sono motivo sufficiente per mettersi “in malattia” (sono “pubblico impiego”, in fondo,vero mr. Brunetta?)

15,15 Continua il presidio sotto il viadotto dell’autostrada. I manifestanti stringono d’assedio l’area recintata. Stessa cosa accade in zona Ramad, un pò più a valle. le “forze dell’ordine” lanciano lacrimogeni per disperderli.

15,10 Sono cinque le persone arrestate durante gli scontri di oggi: tre sono provenienti da Modena, anarco-insurrezionalisti, pluripregiudicati per reati specifici; uno da Padova e uno da Bologna, antagonisti con precedenti specifici. Lo rende noto la Questura che rileva la presenza presenza in località La Maddalena «di circa 2000 aderenti a centri sociali, circa 800 dei quali appartengono all’antagonismo radicale e resistente, che rappresenta l’ala più dura di questo coagulo a livello europeo di professionisti della protesta, mentre circa 300 provengono dall’estero (Francia, Spagna, Austria e Germania)». Gli arrestati hanno circa 30 anni. Tutti – sottolinea la Questura – sono stati oggetto delle cure sanitarie del personale medico della polizia di Stato, e del personale del 118. Uno degli arrestati, a seguito dei politraumi riscontrati (sospetta frattura del naso, contusioni al torace e al capo), sta per essere trasportato in elicottero presso un nosocomio cittadino. Lo stesso si precisa, non versa in gravi condizioni.

I feriti, al momento, tra le Forze dell’Ordine sono 30, di cui 2 con sospette fratture. Lo rende la Questura.

15.05 la polizia ha lanciato lacrimogeni per allontanare i manifestanti dall’area transennata del primo cantiere della Tav Torino-Lione a Chiomonte. I manifestanti sono in fuga.

14.55 «Siamo di fronte a una grande manifestazione popolare, organizzata in soli quattro giorni attraverso la rete e il tam tam, come le iniziative dei giovani mediorientali per la democrazia». Lo afferma Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, che partecipa alla manifestazione a Chiomonte. «Non si può ridurre tutto questo a un problema di ordine pubblico – aggiunge Airaudo – e non si può immaginare di affrontare la domanda di partecipazione e protagonismo del popolo No Tav con la guerra. Servono risposte politiche. Il centrosinistra smetta di guardare al passato, servono soluzioni che coniughino sviluppo e democrazia».

14.40  Alcuni manifestanti no tav passando attraverso i sentieri sono riusciti ad entrare nell’area transennata nei pressi della centrale idroelettrica ed hanno sventolato una bandiera no tav.

lcuni manifestanti, passando attraverso i sentieri, sono riusciti a entrare nell’area transennata e hanno sventolato bandiere No Tav. È successo vicino alla centrale idroelettrica di Chiomonte dove luned’ scorso la ruspa delle forze dell’ordine era entrata in azione per abbattere le barricate dei manifestanti. Contemporaneamente altri manifestanti hanno aperto una breccia nella prima delle due recinzioni davanti alla centrale. Pochi metri pi—’ in là c’è un’altra recinzione metallica dietro la quale si trova un cordone di forze dell’ordine.

Intanto davanti alla prima delle due recinzioni poste a protezione nel sito altri hanno aperto una breccia.

14.30 Quando non ci capiscono più un cazo e voglio mano libera oper “fare il morto” gli imbecilli di governo, di finta opposizione e quindi anche la polizia tira fuori i “black block”.E servizioli le agenzie di stampa rilanciano.

Si fa sempre più dura ed agguerrita la protesta dei No Tav a Chiomonte. La polizia, presa di mira non solo con pietre, petardi, bombe carta, ma anche con pericolose bottiglie piene di ammoniaca, parla«di impostazione paramilitare da parte dell’ala oltranzista del movimento No Tav». A dare man forte all’ala più radicale del movimento, sono venuti, sempre secondo la Questura, oltre a manifestanti da tutta Italia e anche dall’estero, anche gruppi di «black block che stanno dando sfogo alla più inaudita violenza focalizzata contro le Forze di Polizia».

14,05 Ci sarebbe un manifestante «gravemente ferito» da un lacrimogeno che lo avrebbe colpito al volto in Val di Susa.

«Manifestante gravemente ferito da lacrimogeno sparato in faccia», si legge sulla diretta Twitter, mentre si fanno sempre più numerosi i messaggi secondo i quali le forze dell’ordine starebbero sparando proiettili di gomma.

14.00  «Non ci sono tavoli nazionali da riaprire, ma semmai un monitoraggio costante sull’impatto ambientale dei lavori. Ogni altra pretesa significherebbe per il governo e le istituzioni piegarsi al ricatto della violenza. Così non può accadere senza umiliare la democrazia». Lo afferma il vicepresidente dei deputati del PdL, Osvaldo Napoli, eletto in Valle Susa secondo il quale «i lavori devono proseguire perchè così vuole l’interesse del Piemonte e dell’Italia». «Quanto sta accadendo in prossimità del cantiere Tav a Maddalena Chiomonte è di una gravità inaudita e se non è accaduto di peggio è solo grazie all’eccezionale ed encomiabile comportamento delle Forze dell’ordine» dice Napoli che continua: «chiunque propone mediazioni impossibili sostenendo che bisogna riaprire un tavolo nazionale fra governo e autorità locali diventa, neppure troppo indirettamente, un incitatore degli scontri e della violenza. Finti mediatori ma veri incitatori alla violenza. Con il No alla Tav ci sono persone che hanno costruito fortune politiche personali, infischiandosene delle esigenze economiche del territorio».

13.55 stanno usando anche un idrante per respingere oltre un centinaio di manifestanti a volto coperto che stanno attaccando sul lato alto del cantiere della Torino-Lione nei pressi dell’area archeologica.

Le forze dell’ordine sottolineano che la recinzione del cantiere è integra in ogni sua parte mentre si rilevano severi danni alla recinzione dell’area archeologica, esterna al cantiere.

13.25 Il cantiere è stato di fatto assediato dai dimostranti. Frange di No Tav lo hanno infatti raggiunto da più lati obbligando le forze dell’ ordine, che hanno messo in sicurezza gli operai, a disporre l’interruzione dei lavori per evitare il peggioramento della situazione. L’unico operaio che ha riportato ferite per il lancio di una pietra è stato medicato e sta bene.

«Portato in ospedale un ragazzo ferito da un lacrimogeno alla mano», si legge sulla diretta su Twitter e su diversi siti No Tav. Il movimento parla di «tre feriti» e di «lacrimogeni ad altezza uomo», mentre c’è chi segnala che in tutta la zona è impossibile telefonare ed è possibile comunicare solo via sms o via internet.

13.00 È stato salutato con il lancio di alcuni fuochi di artificio e lo sfondamento della recinzione di protezione al cantiere all’altezza dell’area archeologica. Una sorta di segnale convenzionale che i manifestanti che stanno marciando da questa mattina da Exilles diretti a Chiomonte dove al campo sportivo si concluderà la manifestazione, hanno salutato con un applauso.

12.55 È stata sfondata dai manifestanti No Tav la recinzione di protezione al cantiere all’altezza dell’area archeologica.

Nei boschi intorno al cantiere della Torino-Lione ci sono anche i Cacciatori di Calabria, un reparto dei carabinieri esperto di questo tipo di territorio. Il nucleo sta monitorando la situazione della manifestazione No Tav nei boschi intorno al cantiere.

ore 13.40 La polizia spara lacrimogeni. Almeno quattro lacrimogeni sono stati sparati dalla polizia che presidia l’area del cantiere Tav della Maddalena di Chiomonte. Si è trattato, come spiegano in Questura, di un’azione di contenimento in quanto i primi manifestanti, passando per i boschi, sono stati notati in prossimità della recinzione.

L’area del cantiere corre sotto il viadotto dell’ autostrada del Frejus ed è costituita da una rete metallica sovrastata da filo spinato. Dietro c’è un’imponente cordone di poliziotti in tenuta antisommossa. Si sentono continuamente tonfi che potrebbero essere di lacrimogeni. Il grosso dei manifestanti è ancora qualche decina di metri più a valle all’altezza della baita. Sull’autostrada ci sono poliziotti, carabinieri e numerosi veicoli delle forze dell’ordine.

i movimenti No Tav, che hanno promosso la manifestazione, alla marcia contro la Torino-Lione partecipano oltre 50 mila persone. L’interminabile serpentone umano si snoda lungo chilometri e chilometri delle strade che portano alla Maddalena e alle altre frazioni di montagna di Chiomonte.

12.05  Dopo un’ora di marcia per i boschi i primi dimostranti No Tav da Giaglione hanno raggiunto la baita che è stata costruita abusivamente vicino alla Maddalena di Chiomonte e che era diventata il primo presidio dei No Tav. La costruzione si trova ancora all’esterno dell’area del cantiere presidiata dalla forze dell’ordine.

ore11.48  Un terzo corteo, il più corposo, in arrivo da Chiomonte, si è unito alla marcia guidata dai sindaci al bivio per Ramats, dove parte la strada che porta al cantiere della Tav. Le persone in cammino sono già oltre 10 mila. Sul cartello che indica il museo e il parco archeologico è stato scritto No Tav con la vernice rossa. Le tante bandiere del movimento classiche con la scritta rossa No Tav e la croce sul treno si mischiano con quelle di associazioni e partiti come la federazione anarchica, Prc, Sinistra Critica, Verdi, Cu, Arci, Movimento 5 Stelle, Fiom. C’è poi un tricolore italiano con la scritta No mafia. Altre centinaia di persone stanno arrivando da valle per unirsi al corteo che andrà ad assediare l’area di cantiere.

 

ore 11.30 Decine di migliaia di persone partite in corteo da Chiomonte hanno raggiunto poco fa la località Ramats, dove si sono unite al corteo proveniente da Exilles e guidato dagli amministratori della Val di Susa ed insieme stanno marciando diretti alla centrale idroelettrica ai confini della ‘libera repubblica della Maddalenà il presidio no Tav smantellato nei giorni scorsi a seguito del blitz delle forze dell’ordine.

Ad aprire il corteo proveniente da Chiomonte lo striscione ‘La Valle di Susa esige rispettò. Insieme a centinaia di bandiere no Tav sventolano tra gli altri bandiere dei Verdi, del Movimento 5 stelle, di Rifondazione comunista, dell’Usb, del Partito comunista, dell’associazione consumatori utenti e bandiere della pace.

L’impagabile Piero Fassino non è riuscito proprio a tacere: «Nessun problema può trovare soluzioni con la prevaricazione». Ma a marciare contro tutte le grandi opere, «contro qualsiasi infrastruttura moderna», dalla Torino-Lione al ponte di Messina, «si rischia una regressione culturale». È quanto avverte il sindaco di Torino, Piero Fassino nell’intervista concessa a ‘Repubblicà. «La Tav non è un quinto referendum: chi ha detto no al nucleare e sì all’acqua pubblica non si è espresso sulla Torino-Lione – osserva Fassino – Chi usa questo argomento come freno, fa una forzatura. Sembra che qualsiasi grande opera sia un danno, c’è una parte che si oppone in termini ideologici, evocando un capitalismo rapace» mentre «altri giocano sulla paura, sulla devastazione ambientale. Sarebbe ora di liberarci da questo atteggiamento e di guardare le cose con razionalità, senza abdicare alla realtà: oggi si possono creare infrastrutture in piena sicurezza». Il sindaco di Torino invita i no-Tav ad «abbandonare le barricate. Allo stillicidio di manifestazioni e blocchi sarebbe più utile un confronto con l’osservatorio, vigilando sul cantiere e sulla costruzione delle opere per la messa in sicurezza della Val di Susa insieme con i sindaci. Nessuno vuole ignorare le loro richieste – assicura Fassino – ma un conto è chiedere di essere coinvolti per fare, un conto è manifestare per impedire».

 

Per Antonio Ferrentino, sindaco (Sel) di S.Antonino di Susa (Torino), la mobilitazione di oggi contro la Tav Torino-Lione «consente agli amministratori di chiedere con forza l’apertura di un tavolo di confronto nazionale per trovare una soluzione tecnico-politica». Per Ferrentino, che prima della creazione dell’Osservatorio sulla Torino-Lione era in prima fila con il movimento No Tav «è assolutamente necessario che la politica e le istituzioni si ritrovino attorno a un tavolo».

«Quest’opera non si farà mai perchè ci siamo noi, non ci sono i soldi e perchè non hanno le idee chiare». Così Alberto Perino, leader del movimento No Tav alla partenza della marcia contro la Torino-Lione che da Exilles sfilerà fino a Chiomonte.

«L’unica cosa che riescono a fare è aprire qualche cantiere per mangiare i soldi pubblici – aggiunge – noi siamo persone pacifiche e vogliamo continuare a muoverci sul nostro territorio e continuare a coltivare le vigne, piaccia o non piaccia».

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 La grande partecipazione a questa manifestazione dimostra che non siamo i quattro gatti che qualcuno vuole far credere ma è un segnale forte che la valle non è d’accordo con l’opera e che la prospettiva è di fare lavori con il territorio che si ribella. Lo sbandierato consenso all’opera non c’è». Così il presidente della Comunità montana Valsusa e Valsangone, Sandro Plano che aggiunge: « alla marcia partecipano i 23 sindaco che sfilano con la fascia su un percorso autorizzato. Siamo quindi nel pieno rispetto della legalità».

Quanto alle compensazioni per la realizzazione dell’infrastruttura, Plano conclude: «non possono tagliare le risorse destinate a queste perchè non ci sono mai stati. Per questo chiediamo interlocutori credibili».

«La manifestazione di oggi è la risposta di un popolo che non ne può di palazzi della politica e del sindacato che, chiusi in litigi, rispondono alla domanda di cambiamento con sordità totale, un popolo che non vuole più farsi infinocchiare dal mercato e dalla globalizzazione, ma vuole discutere della propria condizione sociale e di come si vive nel Paese». Così il presidente del Comitato centrale Fiom, Giorgio Cremaschi presente ad Exilles alla partenza della marcia No Tav.

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«La Fiom – spiega – aderisce ufficialmente alla protesta contro un’opera che è assurda sul piano ecologico e produttivo e immobilizza un’enorme quantità di risorse nel momento in cui si pensa addirittura di tagliare le pensioni. E anche in tema di posti di lavoro – conclude – bisogna fare i conti tra quelli che crea e quelli che distrugge».

Migliaia di persone si sono ritrovate stamattina al Forte di Exilles in Val di Susa per partecipare alla marcia No Tav contro la realizzazione della Torino-Lione.

Ad aprire il corteo, che è partito qualche minuto fa, lo striscione ‘Amministratori Valle di Susà, retto dai 23 sindaci della zona che stanno sfilando con la fascia tricolore. Subito dopo in marcia le famiglie con bambini e anziani. Un corteo festoso con palloncini e bandiere No Tav che raggiungerà Chiomonte dopo una camminata di circa sette chilometri.

Poco fa è partito anche il secondo corteo, quello che da Giaglione raggiungerà Chiomonte e a cui partecipano poco più di duemila persone. Al corteo di Exilles partecipano manifestanti provenienti da tutta Italia mentre quello di Giaglione è composto prevalentemente da valsusini.

Almeno un migliaio di persone si sono messe in marcia da Giaglione (Torino), in Val di Susa, per raggiungere, attraverso i sentieri di montagna, l’area in cui si sta realizzando il primo cantiere dell’alta velocità. Ai numerosi residenti nella valle si sono aggiunti gruppi di autonomi e frequentatori dei Centri sociali; alcuni manifestanti vengono da Roma, dal Veneto e anche dalla Francia. Un elicottero delle forze dell’ordine controlla dall’alto i movimenti del lungo corteo.

Migliaia di persone si stanno radunando sotto il forte di Exilles, in Valle di Susa, per partecipare alla marcia di protesta contro la Tav. Con i manifestanti ci sono anche i sindaci dei 23 Comuni della valle che hanno aderito alla manifestazione. «La Tav non si farà mai – dice Alberto Perino, leader del movimento No-Tav – perchè non ci sono i soldi, perchè non hanno le idee chiare e perchè ci siamo noi. L’unica cosa che riescono a fare è aprire cantieri per mangiare i soldi pubblici». Da Exilles il corteo scenderà verso Chiomonte, dove lunedì scorso è stato aperto il cantiere per lo scavo del tunnel esplorativo della Torino-Lione. Lì confluirà anche un’altra marcia in partenza da Giaglione. «Questa manifestazione – commenta Sandro Plano, presidente della Comunità montana – è il segnale che non esiste tutto questo consenso sbandierato, nella Valle di Susa ci sono migliaia e migliaia di persone contrarie e ci sono i sindaci di 23 Comuni che hanno deliberato la loro contrarietà all’opera».

Dalle prime ore di stamattina centinaia di persone stanno affluendo in Val di Susa per partecipare alla manifestazione No Tav. Uno dei tre punti di concentramento è a Giaglione, paese da dove i dimostranti intendono partire per – affermano – «stringere d’assedio» l’area della Maddalena di Chiomonte: in quella località, infatti, si sta realizzando il primo cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità. Fino a domenica scorsa i No Tav vi avevano un presidio con tanto di tendopoli: la struttura però era stata sgomberata dopo una prova di forza della polizia, che ora mantiene il controllo della zona con migliaia di agenti.

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