Menu

“Contro il bavaglio e la censura su Internet”

Tutta colpa di un “decreto intercettazioni” che mentre libera i potenti dal pericolo di essere ascoltati e pubblicati, prova a spegnere le voci libere che non possono trovare spazione nei media ad alto budget. Ma la gente in piazza era poca, troppo poca per la posta in gioco.

 

La manifestazione vista dall’Ansa.

Il disegno di legge sulle intercettazioni torna in Parlamento e, come nelle passate occasioni, rivive all’unisono la protesta in piazza. Il primo atto della battaglia che gli oppositori al provvedimento intendono portare avanti fino al suo ritiro è andato in scena al Pantheon con una grande partecipazione di associazioni di giornalisti e blogger, sindacati, a partire dalla Cgil, e rappresentanti dell’opposizione. Meno cospicua la presenza di cittadini comuni, poche centinaia, che hanno testimoniato il loro no a un provvedimento, che inizierà l’iter il 4 ottobre, ritenuto incostituzionale. Decine di cartelli con la scritta ‘No ai bavaglì hanno fatto da sfondo al presidio organizzato dal Comitato per la libertà e il diritto all’informazione la cultura e lo spettacolo. Si sono visti anche i post-it gialli, diventati un simbolo della protesta, che già un anno fa riuscì nell’impresa di bloccare un analogo disegno di legge. Per terra anche uno striscione con il volto di Silvio Berlusconi, un divieto sulla sua bocca e la scritta ‘Nessuno ti può giudicare, nemmeno il web. La verità ti fa male lo so’.

Alla protesta hanno partecipato diverse associazioni, come Rete Viola, Libertiamo.it, Anpi, Valigia Blu, Libertà e Giustizia e la neonata ‘Giulià, giornaliste libere e autonome, guidata dai volti della Rai Maria Luisa Busi e Tiziana Ferrario. Articolo 21 ha invece giurato simbolicamente in piazza sul rispetto in ogni caso del diritto di cronaca. E dal palco il portavoce Giuseppe Giulietti ha annunciato l’intenzione di adire la Corte europea dei diritti dell’uomo qualora venisse approvata la legge, ma anche di depositare un dossier in ogni cancelleria europea e, in extremis, di disattendere la norma pubblicando comunque le intercettazioni.

Presenti l’Usigrai, per portare avanti la battaglia ‘Riprendiamoci la Rai’, e la Fnsi con il suo presidente Roberto Natale. «Il nostro – ha detto chiudendo dal palco la manifestazione – non è il no di una casta, ma di tanta parte della società italiana. Porteremo la protesta in piazze sempre più grandi in tutta Italia nelle prossime settimane e l’avremo vinta noi». «Questa legge che si vuole approvare – ha aggiunto il presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino – indica che noi siamo scomodi e questa è una cosa sana perchè compito del giornalista è essere scomodo». Hanno aderito anche decine di parlamentari del Pd, dell’Udc, dell’Idv, di Fli, oltre a esponenti di Sel. In piazza è stato gridato inoltre il no al cosiddetto comma ‘ammazza-blog’, che estende la regolamentazione della carta stampata ai siti informatici, in particolare sull’obbligo di rettifica. Una protesta che impazza sul web ed è stata fatta propria dall’associazione Agorà Digitale.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *