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Dopo il 15 Ottobre. Perquisizioni a casaccio in tutta Italia

L’operazione, coordinata tra Polizia e Carabinieri, iniziata all’alba e ancora in corso, secondo le agenzie “fa seguito ai gravi incidenti avvenuti a Roma nel corso della manifestazione degli indignati sabato scorso”. L’operazione di polizia, che coinvolge centinaia di uomini delle forze dell’ordine, sta interessando tutte le regioni italiane, dal Trentino alla Lombardia, dal Lazio alla Sicilia.

Da Napoli ci segnalano che le perquisizioni hanno riguardato compagni del centro sociale Insurgencia, dei collettivi universitari e anche due dirigenti della Usb della Campania. In risposta a questa intimidazione è stata già convocata per oggi pomeriggio alle17.00 una assemblea all’Università (Orientale,palazzo Giusso).

 

A Palermo questa mattina all’alba agenti dei Ros e dei carabinieri hanno perquisito le case di quattro compagni del Centro sociale Vittorio Arrigoni alla ricerca di armi ed esplosivi. Ovviamente le perquisizioni hanno avuto esito negativo. “A differenza di quanto annunciato dal sottosegretario all’interno Mantovano sono delle perquisizioni, almeno per quanto riguarda Palermo che colpiscono nel mucchio alcuni attivisti soltanto perchè militanti dei centri sociali che hanno partecipato alla manifestazione di Roma». Lo sottolinea in un comunicato il Laboratorio Occupato “Vittorio Arrigoni” di Palermo. «Un pericoloso precedente in questa città dove non si erano mai viste operazioni di questo tipo per manifestazioni politiche. Vogliamo denunciare questo atteggiamento intimidatorio che cerca di colpire nel mucchio e criminalizzare i centri sociali per i fatti del 15 ottobre – prosegue la nota – I militanti in questione sono disoccupati,studenti e lavoratori giornalmente impegnati nelle lotte contro la crisi e per il miglioramento della qualità della vita nel quartiere Albergheria. Le persone perquisite non sono alieni dal movimento, ma sono tra coloro che hanno organizzato la partenza di tre pullman da Palermo a Roma». «Per rispondere collettivamente a questa grave provocazione verso il movimento indiciamo per oggi pomeriggio un’assemblea di Movimento alle ore 17.30 presso il Laboratorio Vittorio Arrigoni», conclude.

 

La Digos di Bologna ha eseguito questa mattina perquisizioni a carico di 12 persone e in particolare al solito circolo anarchico Fuoriluogo già perquisito altre volte. Il circolo Fuoriluogo nell’aprile scorso era finito in un’inchiesta della Digos che aveva portato all’arresto di sei attivisti, al fermo di un sesto e all’emissione di otto provvedimenti restrittivi. Le perquisizioni, secondo la Digos, sono state decise dopo che quattro anarchici erano stati controllati ieri mattina in autostrada mentre rientravano da Roma dove avevano preso parte alla manifestazione

Perquisizioni a carico di persone e attiviste sono in corso anche nella provincia di Roma. In particolare la Digos della Questura di Roma ha proceduto al controllo di alcuni soggetti dell’area anarchica. La Digos fa sapere che continua senza sosta l’acquisizione e l’esame di materiale fotografico e video per l’identificazione di ulteriori autori degli scontri. Agenti della Digos e carabinieri stanno eseguendo alcune perquisizioni anche a Milano nell’ambito dell’operazione tesa a identificare i responsabili degli scontri durante la manifestazione di Roma. A quanto si è saputo, nel capoluogo lombardo non vi sono stati per ora arresti. Una persona è stata portata in caserma dai carabinieri ma solo al fine di sottoscrivere il verbale di sequestro ed è poi tornata a casa. Le perquisizioni a carico di alcuni attivisti milanesi, almeno tre, sono state eseguite sulla scorta dell’articolo 41 del Testo unico leggi di Pubblica sicurezza secondo il quale «gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria, che abbiano notizia, anche per indizio, della esistenza, in qualsiasi luogo pubblico o privato, o in private abitazioni, di armi, munizioni o materiali esplodenti, non denunciate o non consegnate, o comunque abusivamente detenute, procedono immediatamente a perquisizione e sequestro». Da quanto si è saputo, però, l’attenzione degli investigatori si sarebbe concentrata, in particolare, su indumenti che potrebbero portare all’identificazione degli autori degli scontri.

Appare piuttosto evidente che con questa operazione si intende per un verso procedere ad una campagna di intimidazione verso molti attivisti, per un altro dare in pasto alla stampa e alla politica qualcosa per abbassare i toni nelle critiche verso la gestione dell’ordine pubblico sabato in piazza.

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